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Recensione: Qualcosa di simile a un miracolo di Federica S. Rossi (More Stories)

Titolo: Qualcosa di simile a un miracolo
Serie: Third Wheel Series
Autrice: Federica S. Rossi
Casa editrice: More Stories
Data di uscita: 27 gennaio 2024
Pagine: 460
Trope: MM, Contemporary romance, Lgbtqia+ romance


Trama

Lionel Roux non ha avuto una vita facile. Ha dovuto lottare per costruirsi un’esistenza su misura, per essere se stesso a testa alta. Nonostante il rifiuto della famiglia, è orgogliosamente gay e non è disposto a chinare il capo di fronte al mondo, nascondere la propria voce e la propria natura.
Ian Black ha avuto in sorte una vita molto diversa, piena di agi e di tutto ciò che un uomo può desiderare: ricchezza, fama e fascino. Non si è mai posto troppe domande, ha semplicemente accettato il proprio ruolo in famiglia e in società, costruendo la sua intera esistenza attorno alla sua fortuna e quindi al lavoro. Tanto che non sa più cosa significhi vivere davvero, o divertirsi. I due non potrebbero avere meno in comune, ma si conoscono poiché entrambe le loro esistenze gravitano attorno al Devil, il lussuoso locale burlesque di cui Ian è il Boss e dove Lionel lavora come speaker. Ma se i loro mondi sembrano del tutto incompatibili, tanto da far esplodere scintille ogni volta che si parlano, sarà il destino a costringerli ad approfondire la reciproca conoscenza.

La minaccia di uno sfratto, infatti, convince Lionel a proporre un patto audace al suo gelido e inarrivabile capo: aiutarlo in quel campo a lui pressoché sconosciuto che sono le relazioni con l’altro sesso. Tra appuntamenti di prova, regole della seduzione, consigli di stile e gelati condivisi a mezzanotte, Ian e Lionel impareranno a conoscersi e scopriranno che non sempre le persone sono ciò che sembrano.
Ma Lionel riuscirà davvero a istruire Ian affinché riesca a far innamorare di sé una ragazza? O sarà il suo cuore a correre il rischio più grande?

In amore, si sa, vince chi fugge… Qualche volta, però, l’unica soluzione è qualcosa di simile a un miracolo.

 
RECENSIONE

Ho letto una meraviglia. È così che potrebbe iniziare e completarsi questa mia recensione perché Federica è riuscita a scrivere un libro ancora più magico e perfetto dei suoi precedenti.

Il finale è chiaro fin da subito, anche per chi non ha letto “Qualcosa di simile alla neve” dato che il libro si svolge nel passato, come un ricordo condiviso e raccontato dai protagonisti agli amici curiosi. Ed è così che possiamo scoprire “il prima” di Lionel e Ian, cosa hanno vissuto, superato, capito.

Ian è il Boss del Devil, ma è anche un trentatreenne ricco e dedito al lavoro, con un divorzio alle spalle, un’ex-moglie ancora amica, un fratello particolare e un padre che vorrebbe sempre di più. Ian ha vissuto tanto e intensamente ogni giorno, ma sempre pensando al profitto, ad essere l’orgoglio per il padre e non dando mai adito a pettegolezzi. Soprattutto Ian è eterosessuale. Possiede e frequenta un locale di ampie vedute, ha assunto personalmente ogni dipendente e di certo non è infastidito dal fascino esuberante di Lionel. Il Boss si nasconde dietro i suoi completi tre pezzi di sartoria, alle camicie inamidate e al lavoro.

Lionel è se stesso. Potrebbe sembrare ovvio essere sé stessi, ma non è così. Lionel ha lottato prima per capire chi fosse veramente, quanto fosse importante dare voce alla sua vera natura e quando lo ha capito non ha mai smesso di viverla. Si è trovato solo, abbandonato eppure ha deciso di non soffocare la sua vera voce. Oggi Lionel vive quella vita che ha sempre desiderato? Più o meno. È facile? Più o meno. È solo? Non più. E questa è la cosa più importante. Lionel ha trovato una famiglia nuova di persone che non si fermano agli stereotipi e alle definizioni fisse di genere, ma che vuol vivere la vita a modo proprio. Lionel non è mai solo perché nonostante tutte le vicissitudini ha saputo vivere e coltivare una fede incrollabile in Dio. Quante volte ho trovato una presenza così positiva della fede in un romanzo? Pochissime volte. Dio non è solo giudicante, ma è conforto; è presente, amico, supporto nel dolore e luce nella speranza; Dio non lascia mai solo un suo figlio ed è in questa convinzione che Lionel trova la forza per essere sempre se stesso, sapendo di non essere mai solo e consapevole che Dio non crea nulla che sia imperfetto o sbagliato, e quindi anche lui deve per forza essere perfetto agli occhi di Dio e quindi per chi sarà abbastanza intelligente da vederlo davvero. Io sono credente e praticante, ma forse non mi sono mai posta domande come quelle di Lionel e trovare la sua fede così forte e incrollabile, nonostante i suoi trascorsi, trovare tanta positività in un ragazzo di ventitré anni che da troppo tempo non ha nessuno che lo protegga, è stata una scoperta che già da sola vale per dire che questo libro è una meraviglia.

Per Ian accettare di non essere lo specchio del padre, di avere una personalità che sgomita per uscire, di volere la sua felicità e non solo il plauso del mondo, è molto complicato. Ha tanto da perdere. Così crede, ma è poi così vero? Come puoi accontentarti di tutto, se ti manca la luce?

“«Insegnami a essere coraggioso come te, Roux» mi pregò, questa volta lui sulle mie labbra.
«Oh Ian …» esclamai prima di baciarlo. «Al momento giusto il coraggio arriverà, abbi fiducia» promisi.
Lui mi guardò come se fossi un profeta. «Come un miracolo?» sussurrò.
«Proprio come un miracolo.»”

Lionel si comporta come chi ha già visto troppo nella sua vita, come chi ha già sopportato ogni umiliazione e rifiuto. Oggi ha ben presente che soffrirà, ma che non può abbandonare se stesso. La sua forza è nell’essere sempre se stesso, nel crederci e nel non vergognarsi mai.

“«Io ti amo davvero, Boss. Ti amavo prima che tu mi baciassi. Prima del sesso, prima delle risate sotto le lenzuola, prima di sentirti dentro di me. Ti amo da quando ho conosciuto l’uomo incredibile che sei. In un modo … Dio, in un modo che mi fa quasi vergognare; ma amo più me. Dovrò convivere con me stesso per il resto della mia vita e non posso permettermi di guardarmi allo specchio, un giorno, e non riconoscerci la persona riflessa.»”

Federica mi ha stravolto e ricomposto con questa storia. Adoro il suo modo di scrivere e presentare i personaggi dando risalto ai loro lati più importanti senza fare descrizioni noiose, ma rimanendo sempre profonda. I suoi personaggi insegnano sempre qualcosa, non sono piatti e neppure stereotipi, i dialoghi sono spontanei e non banali, Lionel e Ian parlavano e urlavano, piangevano e sussurravano e io lo percepivo davvero senza bisogno di spiegazioni.

Ora la curiosità è incentrata su Dustin che rispecchia tutte le ombre di un uomo bisognoso di trovare una nuova luce nella sua vita o di ritrovare il bagliore di un tempo, non per cancellare tutto il dolore, ma per donargli un po’ di pace o serenità di cui ha bisogno per tornare a vivere interamente.

Che altro dire?

Ho letto una meraviglia. È così che potrebbe iniziare e completarsi questa mia recensione perché Federica è riuscita a scrivere un libro ancora più magico e perfetto dei suoi precedenti.

Buona lettura!
Annalisa

Ringraziomo la CE per la copia ARC

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