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Recensione: Lady Pride and Mister Prejudice di Bianca Marconero (Giunti)

Titolo: Lady Pride and Mister Prejudice
Autore: Bianca Marconero
Editore: Giunti
Pagine: 553


Trama 

Un retelling genderswap di Orgoglio e pregiudizio che sa rileggere la più grande storia d’amore di tutti i tempi con originalità, delicatezza e brio, senza però tradirne lo spirito immortale.
È una verità universalmente riconosciuta che una donna realizzata sul lavoro e circondata da veri amici non abbia nessun bisogno dell’amore. O, almeno, di questo è convinta Eloisa Darcy, direttrice editoriale della prestigiosa Pemberly Press, che oramai da tempo ha chiuso con gli uomini. Tutto nella sua vita va a meraviglia, almeno finché non si profila una grana che può rovinarle la carriera: per ottenere i diritti del romanzo di culto Prime impressioni, deve trovare un editor all’altezza delle pretese dell’autore. In cerca di ispirazione, lascia Londra alla volta di Netherfield, la tenuta dove, anni prima, lei e la sua amica Chantal Bingley hanno trascorso un’estate indimenticabile. Ma anche le buone idee possono riservare pessime sorprese. Ecco, infatti, materializzarsi davanti ai suoi occhi la persona con cui da ragazzina ha avuto un furibondo, misterioso litigio. William Bennet è rimasto esattamente come lo ricordava: sbruffone, rozzo, pieno di pregiudizi. Eloisa è determinata a mantenere le distanze, e a lui la cosa non dispiace: dopotutto, quella ragazza orgogliosa e algida non l’ha mai potuta sopportare. E allora perché ogni volta che si trovano vicini scatta un’intesa così irrefrenabile? Destreggiandosi fra quattro fratelli sgangherati, una madre autrice di imbarazzanti romanzi rosa, un ex agguerrito e un’amica capace di sacrificare tutto per il vero amore (ma è quello sbagliato), Eloisa e William scopriranno che il lieto fine, forse, si trova proprio fra le pagine di Prime impressioni.


RECENSIONE

Il fatto di essere stato presentato come un retelling di Orgoglio e Pregiudizio, se da un lato mi ha attratto verso questo libro, dall’altro mi disorienta con la formula dello swich-gender.

Elizabeth Bennet è diventata William Bennet, quasi affermato avvocato, secondogenito di cinque figli avuti da una single Mrs Bennet, scrittrice di romanzi rosa. Mr Darcy è invece Eloisa Darcy, manager della Pemberley Press, di famiglia nobile, orfana di genitori (e di fratelli).

La trasposizione è tanto attualizzata che il romanzo così rimodernato mi piace molto preso a se stante.

Perché c’è una cosa ancora più ottusa dell’orgoglio e più cretina del pregiudizio, Eloisa, ed è ostinarsi a non cambiare idea quando è evidente che ci siamo del tutto sbagliati.

L’intreccio di base, preso a prestito dal capolavoro di Jane Austen, non fa che dimostrare per l’ennesima volta -se ce ne fosse stato bisogno- la straordinaria attualità della scrittrice inglese la cui presenza aleggia tra queste pagine:

Una volta persa la mia stima, è persa per sempre.

Da parte della penna di Bianca Marconero, sono molto ingegnosi peraltro i meccanismi sostitutivi per riadattare una storia Regency agli anni Duemila e così anche le dinamiche di coppia e i condizionamenti sociali sono stati rimodellati secondo il codice di valori odierno.

Certo è che le fasi salienti, mitiche direi, come la proposta altezzosa o la lettera di spiegazioni sono intoccabili e come tali sono rimaste.

A ogni capitolo i due protagonisti si passano la parola alternandosi nel racconto; ogni incontro tra loro si trasforma in uno scontro verbale e anche fisico, che trascende nell’erotico. La trama è costellata di scene in biblioteca e se certe situazioni sono trasposte con trovate azzeccate, altre sono create dal nulla con inserti interessanti come il fatto che Eloisa Darcy gestisca un impero sì, ma editoriale e un manoscritto in francese diventi per l’ennesima volta, galeotto!

E devo riconoscere un merito a William Bennet: in certi momenti sembra avere lo stesso potere delle grandi storie. Quello di cambiare la vita a chiunque lo ascolti.

Tra personaggi riadattati e reinventati, su tutti una conferma: Mrs Bennet, alla quale peraltro va senza dubbio il premio simpatia!

Romina

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