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Recensione: Io baro, tu bari, egli bara di Giulia Barucco (Words edizioni)

Titolo: Io baro, tu bari, egli bara
Autrice: Giulia Barucco
Casa editrice: Words edizioni
Pagine: 325
Genere: fakedating, strangerstolovers


Trama

La Love4Every1 è un’agenzia per cuori diversamente solitari, che sfrutta l’intelligenza artificiale allo scopo di creare match senza margine d’errore. La scontrosa Amelia Mordini e il convalescente Tommaso vengono ricattati, rispettivamente dalla migliore amica di lei e dalla famiglia di lui, per entrare nel programma naziamoroso dell’agenzia. Lei è una designer di sex toy, intollerante a tre quarti della popolazione vivente. Lui, a causa di un incidente motociclistico, è parzialmente grattugiato e impotente. Obiettivo finale? Farli innamorare in soli otto giorni.


RECENSIONE

Sembrerebbe quasi una barzelletta: qual è il colmo per una disegnatrice di sex toys? Avere un compagno impotente!
Amelia e Tommaso per motivi diversi vengono spinti a entrare nel programma di salvataggio cuori solitari. Lei cerca solo di non uccidere nessuno ogni giorno, nonostante l’odio spontaneo che prova per ogni uomo che cerchi di mostrare la sua versione di maschio Alfa. Arrivata a ventinove anni con un lavoro che la sta celebrando come una designer innovativa e di successo, non sente assolutamente la necessità di dover sopportare la presenza maschile quando per darsi soddisfazione le basta portarsi il lavoro a casa. A cosa servono cene e appuntamenti romantici? Solo a perdere tempo e annoiarsi.
Tommaso pochi mesi prima in un incidente ha perso la sua virilità e si sente un uomo a metà. È solo e sempre più depresso nella convinzione di essere oramai un mezzo uomo. La sua bellezza e prestanza fisica è solo un ricordo, così come cosa significa avere pulsioni e desideri profondi che sfociano in necessità fisiche. Sentendosi un peso per l’umanità oramai non ha alcuna voglia di illudersi e illudere qualsiasi donna e ha deciso che a trentasette anni può dirsi conclusa la sua vita amorosa.
E poi c’è il terzo protagonista della storia: l’intelligenza artificiale. Tanto se ne parla al giorno d’oggi per mille spunti diversi, ma tutti sono concordi nel dire che molto ci può insegnare ma ancora di più molto ha necessità di imparare dagli uomini. Il mondo artificiale presuppone che un mix di desideri e caratteristiche possa incastrarsi perfettamente con un altro mix complementare, senza tenere conto delle dinamiche morali e mentali che una persona vera deve affrontare e (forse) superare. Jennifer, così Amelia ha chiamato la sua AI, mostra come un computer abbia milioni di soluzioni per ogni problema, accesso a ogni altro calcolatore esistente al mondo, purché collegato al web, poteri esagerati eppure abbia necessità di comprendere e adattarsi al proprio umano per essere compresa. Jennifer consiglia Amelia ma le lascia il libero arbitrio e capisce come la sua umana abbia bisogno di una spinta ma poi di cadere da sola. La libertà decisionale, il libero arbitrio, non può essere mai accantonato in nome di un’intelligenza superiore che conosce un mondo ideale e logico, ma non comprende le illogicità che rendono così affascinate la nostra vita, anche quella amorosa.

«Volevamo che guardasse chi muoveva davvero i fili. Che capisse che siete sempre stati voi, a decidere per voi stessi, a fermarvi quando volevate, o a scegliere cosa dire e fare tra una serie di opzioni che le intelligenze avevano solo portato alla vostra attenzione come quelle compatibili al vostro modo di essere. Temo che sia la vita intera, a poter essere definita come una serie ininterrotta di scelte.»

Amelia e Tommaso sono due persone sicuramente con delle particolarità e peculiarità che difficilmente potrebbero trovare il loro amore nel mondo, ma l’agenzia dei cuori diversamente solitari e il cervellone artificiale avranno fatto un match corretto?

Buona lettura!
Annalisa

Ringrazio la CE per la copia ARC

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