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Recensione: Abbraccia il mio silenzio di Vera Demes

Titolo: Abbraccia il mio silenzio
Autore: Vera Demes
Editore: Self-publishing
Data di Uscita: 27 Ottobre 2023
Genere: Contemporary Romance autoconclusivo


Trama 

Niente sa proteggere più del silenzio.
È ciò che pensa Aiden Crowley incrociando lo sguardo di Frida Zeller, una sera di marzo, durante un ricevimento in cui si sente un pesce fuor d’acqua.
Lui, trentunenne ricercatore al Trinity College di Dublino e arrivato a Bologna per una collaborazione in Medievistica, è un tipo spavaldo, deciso e fin troppo impulsivo. Lei, giovane schiva e impenetrabile, vive una vita sospesa, vincolata da una dipendenza viscerale con l’illustre professor Martini, direttore del dipartimento di Storia Medievale.
Una ragazza inavvicinabile ma non per Aiden.
Se anche il buon senso gli suggerirebbe di concentrarsi sul lavoro, quella giovane silenziosa, sempre assorta e con gli occhi che sanno parlare, è troppo interessante per ignorarla.
Timidi approcci, qualche sorriso, una fuga al mare, lo svelamento di tenui scampoli d’interiorità.
Nel silenzio di lei si celano abissi, molta sofferenza e un tentativo coraggioso di sopravvivere.
In modo lento ma progressivo Aiden entra nel piccolo universo di Frida, nei chiaroscuri della sua mente, in quel sacello di paure e vuoto che l’hanno allontanata dalla vita reale.
Capirsi è facile e conoscersi diventa una cura miracolosa, così come un viaggio inaspettato per trovare risposte, da Bologna a Lubecca ai boulevard di Parigi e poi alla quiete apparente della campagna francese, in Provenza e infine in Bretagna, tappe inevitabili nella trama dei ricordi per ritornare a vivere.
Frida adesso sa dar voce ai suoi pensieri ma quando il destino decide di collocare l’ultimo tassello nel quadro della sua essenza frantumata tutto crolla e non resta che il silenzio. Perché il suo cuore è muto, perché tacere è l’unico modo per salvarsi.
A parte l’amore.

Questo romanzo aderisce al progetto #profondorosa, viva il rosa che colora la vita. 


RECENSIONE

“«Mi piacciono i quadri che ritraggono gli uccelli». 
«E qual è il tuo esemplare preferito?». 
«Il pettirosso». 
«Interessante». 
«Mi piace perché vola in inverno quando tutto è assopito… e non ha paura di uscire allo scoperto… anche se il suo piumaggio lo rende una preda facile».”

Mi trovo in difficoltà a esprimere un mio pensiero sul nuovo libro di Vera Demes perché nulla mi sembra all’altezza della storia raccontata. Vera ha già parlato più volte nei suoi romanzi di donne che accettano passivamente per motivi diversi violenze fisiche e mentali da parte del compagno o del padre o di altre figure maschili familiari e sapevo che tanta sarebbe stata la sofferenza. Ogni volta che trovo tra le pagine di un suo romanzo una donna che riesce a rinascere, al suo fianco c’è un uomo che le dà la forza per riconoscere le catene che la tengono imbrigliata e il coraggio di spezzarle. Questo libro segna delle differenze, almeno per me, evidenti. Frida è vittima di un rapporto malato, di violenze psicologiche che la rendono succube dell’esimio e stimato professor Martini. Poco più che ventenne lei, quasi settantenne lui, nei corridoi della facoltà di Storia Medievale si vocifera che tra di loro ci sia una storia di sesso. Ma nessuno aggiunge che potrebbe essere non consensuale. Nonostante il professore emani antipatia e spocchia verso chiunque, nonostante siano in tanti a non stimarlo come uomo, notando l’alterigia e l’indole perfida, nessuno ha mai fatto pettegolezzi ipotizzando che Frida fosse tenuta contro la sua volontà. In un mondo pronto a condannare alla gogna sulla base di prove evidenti l’uomo colpevole di crimini contro le donne, in casi dubbi ancora rimangono abituali reazioni non così decise a proteggere la parte femminile. Nessuno immagina o cerca di capire Frida, di allungarle una mano e prestarle l’attenzione necessaria per individuare un suo disagio. 

Passano lunghi anni fatti di silenzi e solitudine di sguardi mai diretti a cercare di capirla e di ascoltarla finché una sera incrocia Aiden, un uomo diverso. È il simbolo dell’integrità, del rispetto, dell’onestà, della serietà tanto sul lavoro quanto nella vita quotidiana. È cresciuto in Irlanda in una fattoria, amato dai genitori e pronto a fare a botte pur di difendere il fratello preso di mira dai bulli. Forse è abituato a non fermarsi alle apparenze data la sua infanzia, oppure è stato lo studio accurato dei manoscritti a renderlo così riflessivo, ma Aiden non vede solo una bella ragazza timida e off-limits, vede un disagio celato nel voler rimanere distaccata o forse riconosce in lei una tacita richiesta di aiuto. Frida non vuole un cavaliere che la salvi, ha solo bisogno di avere un’occasione per dimostrare a se stessa che esiste ancora, che dopo tanti anni Martini non è ancora riuscito ad annientarla, a spegnere quella fiammella che seppur tenue è ancora lì a dimostrare che lei è una guerriera, che non si è fatta spezzare, che si è piegata ma che potrà tornare dritta e cercare un futuro suo. Frida resta sempre consapevole di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, non giustifica mai le azioni di Martini, sa di essere la vittima e lui il suo carnefice. 

Il romanzo è la storia di Frida, del suo calvario, delle torture che subisce, di tutti i tentativi di annientarla che ha dovuto superare, del dolore patito e poi di una luce che indica la speranza di poter recuperare se stessa e scegliere con chi condividere la propria vita, scegliere quale lavoro fare, scegliere cosa studiare, scegliere come vestirsi, scegliere con chi parlare, scegliere cosa mangiare, scegliere liberamente quali sogni inseguire e quali speranze realizzare. 

La vera ricchezza di una persona sta nella possibilità di scelta, nella libertà di poter decidere come vivere nel rispetto del prossimo e il vero amore è accettare le decisioni dell’altra persona, esserci, amare e sperare di essere ricambiati. Non imporsi ma condividere, attendere sempre il consenso e mai pretenderlo. 

“«Amare qualcuno non significa essere possessivi. Il possesso è un segno di debolezza».”

Sopportare la cattiveria e la malvagità di Martini è stata un’impresa ardua per me, ma ogni particolare si sistema pagina dopo pagina, nulla viene lasciato al caso e la giustizia fa il suo corso. 

Il libro è scritto, così come gli altri libri di Vera, in modo magistrale, con una prosa in terza persona con una vena poetica e aulica che rende in modo perfetto le sensazioni provate dai protagonisti. Ho sentito la paura e la voglia di rivalsa di Frida, la malvagità e la perversione di Martini, il coraggio e l’onestà di Aiden. Ogni loro sentimento è descritto e raccontato in modo profondo ed emerge dalle pagine. 

Questo libro parla di violenza domestica, di violenza contro le donne, di attenzioni sbagliate verso le ragazzine ed è triste pensare quanto tutto questo possa essere attuale rispetto alla cronaca italiana, pensare che possano esistere in questo momento dei Martini e delle Frida, ma la speranza è che siano sempre di più gli Aiden e che tutte le Frida del mondo possano trovare il coraggio, l’occasione e un Aiden pronto ad aiutarle per trovare la pace. 

Buona lettura! 
Annalisa 

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