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Recensione: Affamata di Melissa Broder (NN Editore)

Titolo: Affamata 
Autore: Melissa Broder
Traduttore: Chiara Manfrinato
Editore: NN Editore
Collana: Le fuggitive
Anno edizione: 2023


Trama 

Rachel ha venticinque anni, vive a Los Angeles e soffre di un disturbo alimentare: calcola ossessivamente le calorie, cerca di ignorare la fame e trae un piacere quasi erotico dai pochi cibi che si concede. Lavora per un noto agente dello spettacolo, ogni giovedì sera si esibisce come stand-up comedian e si nasconde dalla madre, anaffettiva e dominante. Rachel usa la solitudine come scudo contro le relazioni e le tentazioni, finché un giorno, nella gelateria dove consuma di nascosto uno yogurt ipocalorico, incontra Miriam, la nuova commessa. Miriam è l'opposto di Rachel: un tripudio di curve e morbidezze, il trionfo dell'abbondanza sulla privazione. Le due ragazze si innamorano, si esplorano attraverso il cibo che consumano insieme, si riconoscono nei corpi che traboccano di piacere. L'amore innesca una rivoluzione nella vita di Rachel, che però dovrà fare i conti con la famiglia ebrea ortodossa di Miriam e con le ipocrisie del suo ambiente di lavoro. Serrato, impetuoso e provocatorio, Affamata parla di sensi e appetiti: di sesso, di cibo e di ossessioni. Con una lingua ironica e sensuale, Melissa Broder rivela che per sfuggire all'infelicità l'unica strada è tornare a sé stesse, affrontando il rischio di non essere conformi e la vertigine del desiderio. Questo libro è per chi sa che i biscotti della fortuna non mentono mai, per chi sogna di chiedere a Midge Maisel la ricetta del suo brisket, per chi vorrebbe scoprire quali sono gli m&m's preferiti da dio, e per chi ha capito che nella vita non bisogna per forza andare avanti, ma ci si può muovere liberamente, verso l'alto e poi giù in profondità, in una serie di infiniti crescendo.


RECENSIONE

Buongiorno meraviglie,
oggi vi parlo di Affamata, un romanzo di Melissa Broder, un libro che parla di cibo, di mancanza di cibo, di affetti, relazioni, di rivelazioni. Una concessione nata per caso, ma che cambia la vita alla nostra protagonista, Rachel.
Rachel è ossessionata dal cibo, ma non di quelle che non riesce a farne a meno, no al contrario, è una ragazza che calcola ogni cosa che ingurgita, inizia a pensare alle calorie, fa somme sottrae, per poi aggiungere ancora, cosa che la tiene sicura, che la fa sentire bene, secondo lei.
Vive tra il suo ufficio e la palestra, evita ogni tipo di relazione di contatto con il genere umano, per paura che possano farla mangiare, farla sgarrare, odia andare ai pranzi di lavoro perché non può trattenersi, non può contare correttamente quanto sta mangiando e quindi assimilando, una vita di calcoli, una tortura.
Arriva veramente a pensare che la barretta proteica sia la cosa più buona al mondo, si concede quello yogurt che fa sostare nella bocca per paura di finirlo, che fa sciogliere lentamente per poter godere di quella sensazione il più a lungo possibile.
Tutti i dettagli, le sensazioni provate da Rachel, le privazioni che si obbliga ad avere, ho vissuto la cosa, è scritto talmente bene e dettagliato, che ero vicino a lei in quel tavolino nascosto mentre godeva del suo yogurt, una sensazione da brividi.
Rachel immaginava di poter mangiare e godeva, aspettava con ansia il suo break con la barretta, la pregustava.
Un giorno, grazie allo yogurt, incontra Miriam, la figlia dei proprietari. Miriam riesce piano piano a far crollare le sue barriere, è una ragazza libera, che non si fa problemi ad avere delle curve, che non si preoccupa di cosa mangiare, semplicemente vive la sua vita come una ragazza, come tante, come tutte.
Miriam uno zuccherino alla volta, riuscirà a far mangiare Rachel sempre più spesso, anche se le sensazioni che ci vengono raccontate, le prime volte che ha sgarrato, sono da mal di pancia, la colpevolezza che vive in Rachel, il sentirsi sempre brutta, non accettata, ha dovuto allontanare perfino la madre, troppo ossessiva e pesante e pressante. Arrivava a strafogarsi di cibo, per poi evacuare i locali e digiunare per giorni.
E così le due ragazze si avvicinano, grazie al cibo, alle novità culinarie di Rachel, ai mix perfetti di praline, zuccherini e cascate di cioccolata.
Tra loro nasce altro, una passione, una vicinanza strana, Rachel sogna di poterla toccare, di poter gustare il suo essere, di poterla avere. E per Miriam potrebbe essere lo stesso, se non fosse che la sua famiglia è squadrata, credente, certe cose non sono proprio ammesse.
Rachel, grazie a Miriam, e alla sua voglia di farle scoprire il mondo, di farle godere delle bellezze che ci sono e di farla uscire, riesce ad accettarsi per quello che è, inizia a capire che mangiare non è male, non è brutto e cattivo, si può fare, se ci fa star bene, se abbiamo fame, si fa. È così bello mangiare.
Non per forza dobbiamo seguire gli stessi stereotipi, dove sta scritto che magro è bello, purtroppo ci viene sbattuto in faccia ogni giorno, ovunque, ma non è così che deve essere, stai bene con te stessa, stai bene con il tuo corpo, a posto, gli altri sono solo un contorno. E così Miriam riesce a far disintossicare Rachel da tutto e da tutti, ma non sarà in grado di andare oltre?
Rachel inizia così a vivere la sua vita, ad avere dei rapporti, a mangiare quando vuole e quello che vuole, non si fa mancare delle relazioni, si toglie più una di una voglia, ora si che è soddisfatta della sua vita.
Un romanzo ben scritto e tradotto, questa ossessione per il cibo, da sentire il bisogno a stare male quelle volte che ingurgitava di tutto e di più. Le sensazioni che prova Rachel, un sali e scendi di sicurezze ed incertezze, un’analisi introspettiva, lei che si fa domande e si da risposte, un viaggio interiore che porta la nostra protagonista a riuscire a vivere, a godersi la vita, ad essere se stessi.
Ben caratterizzato, ogni dettaglio è vivo e sentito.

Grazie a Melissa,
Un abbraccio
Alice

Ringraziamo la CE per la copia ARC 

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