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Recensione: Cinder’s Flame di Paola Gianinetto

Titolo: Cinder’s Flame
Protagonisti: Sylar & Ashley
Serie: The Blackwood Castle Series (vol. 6)
Autore: Paola Gianinetto
Editore: Self Publishing
Genere: Contemporary Romance, Retelling (rivisitazione in chiave moderna) di Cenerentola
Trope di riferimento: Age-Gap, Social-Gap, Royal, Billionaire
Data di pubblicazione: 28 Aprile 2023


Trama 

Sylar Wallace, tredicesimo Marchese di Hawkland, è l’esatto contrario di un principe.
Infallibile e spietato come il falco che campeggia nello stemma del suo casato, dalla morte dell’odiato padre ha condotto alle stelle l’impero di famiglia. In realtà, il suo unico scopo è soffocare il proprio nome nell’aridità di una vita fatta di vizi e perversioni, per poi guardarlo morire, lasciando che la stirpe si estingua con lui.
Ashley Grey, cameriera nel castello del Duca di Highfield, ha ventun anni, e non ha mai vissuto. Anni prima, i malvagi fratellastri l’hanno costretta a rinchiudersi in una prigione dalla quale non può fuggire. Dolce e coraggiosa, si rifugia nella relativa sicurezza di Blackwood Castle e nell’affetto dei suoi abitanti, spettatrice impotente di un mondo che le è precluso. Vive di sogni, anelando alla libertà.
Fino al momento in cui il Falco si accorge di lei e decide di farne la sua preda.
Cinico, oscuro e spietato, il potente Marchese di Hawkland rappresenta tutto quello da cui lei fugge da sempre. Costretta a trasferirsi a Hawkland Castle, tra gli artigli del Falco, la piccola Cenerentola si trasforma in una donna; la forza e la debolezza perdono i loro contorni, in un gioco crudele che rischia di distruggere entrambi.
O di essere la loro salvezza.


RECENSIONI 

Buongiorno meraviglie,

oggi facciamo ritorno a Blackwood Castel, con la stupenda storia di Ashley e Sylar, Cinder’s Flame, il retelling di Cenerentola, sicuramente una delle più belle fiabe di sempre.

Ognuna di noi ha sognato ed immaginato di essere la povera ragazza, obbligata dalla matrigna e dalle sorellastre a sottostare ai loro ordini, succube di una famiglia che la odiava, gentile, amica degli animali e con il sogno del principe azzurro, della storia, della favola d’amore, la fata madrina che confeziona un bellissimo abito per il ballo, tutto quanto contornato dal “e vissero per sempre felici e contenti”.

Ma la vita purtroppo non è così, lo sa bene Ashley, la nostra Cenerentola, obbligata dal fratellastro a rinunciare a tutti i suoi averi, a sparire letteralmente, abbandonando la sua casa, e le ultime cose che le ricordano la sua vera famiglia, una mamma che l’ha lasciata troppo presto, e un papà troppo preso dal lavoro e accecato dal dolore, per vedere quello che le stava accadendo. Oppure lei è sempre stata molto brava a nasconderlo, per non farlo preoccupare e per non peggiorare la sua situazione, già precaria.

Ashley è al servizio dei Lennox da anni, anni durante i quali si è sempre sentita osservata, tenuta sotto controllo, sapeva che Victor, il suo fratellastro cattivo, non la perdeva d’occhio, controllava ogni sua mossa, nella paura che facesse stupidaggini e scappasse o pensasse di raccontare, la loro storia, tutto quello che aveva dovuto subire da ragazzina, tutto quello che le era stato portato via, tutto.

Cameriera personale della piccola Alice, le è stata accanto nei momenti più difficili, è stata la sua spalla, la sua confidente e ormai molto più che amica, i suoi occhi e le sue orecchie sul mondo, amica anche di Rose, ormai divenuta contessa e di Snow.

A puntare un occhio dritto verso il castello è Sylar Wallace, il marchese di Hawkland amico da sempre di Wolf Lennox e di tutta la famiglia, soprattutto dei maschi Lennox, a Snow rimane indifferente, mentre Alice non è convinta, lei capisce che c’è qualcosa che non va, il suo essere così spietato.

Sylar è un uomo, senza scrupoli, rigido, arrabbiato, spietato a volte, ha occhi profondi che ti fanno tremare le ginocchia, è imponente, severo, bellissimo, magnetico, anche se quest’ultimo aggettivo per Ashley sarà fatale.

Sylar vive per diventare quello che suo padre non avrebbe voluto, si costringe ad essere l’opposto, ma questo suo modo di fare lo sta rendendo identico, privo di sentimenti. La felicità non gli appartiene, non pensa di meritarsela, lui che ha passato la sua vita da ragazzo a soffrire in silenzio, cresciuto con delle rigide regole. Ha conosciuto la sofferenza sul viso della madre, prima che questa morisse, sottomessa dal marito, ad un matrimonio comandato, a non essere felice. Sylar ha vissuto troppo presto la tristezza, la delusione, la rigidità, non godendosi il suo essere bambino, le coccole o le carezze della mamma, tutto perché è un uomo, e certe cose, come gli veniva ripetuto in continuazione, gli uomini non le fanno. 

Sylar ha sempre bazzicato per Blackwood Castle, conosce quel posto meglio del suo di castello, sicuramente lo sente più “casa” dell’altra dimora di cui è il marchese, ma che cerca di frequentare il meno possibile.

Una sera, mentre intavolava l’ennesima discussione con il Duca, per la concessione di una monta del suo preziosissimo stallone Ares, si scontra con Ashley, la cameriera. Lei così ingenua, così pura, così pulita, si sente andare a fuoco per le occhiate che riceve, se nessuno ha fatto caso a lei, non appena i loro occhi si incontrano, troppo vicini, qualcosa cambia, lei trasuda di terrore, si sente sotto attaccato, lui non capisce perché si perde a guardare tanta semplicità, la sua mano, la sua pelle candida, i suoi occhi i suoi capelli, tutto quello che può essere visibile al suo sguardo.

Ma che cosa gli viene in mente, perché ci pensa tanto? I giorni successivi questo incontro, sono strani, Ashley confida all’amica Alice che Sylar la odia, dev’essere così per come la osservava, Sylar si chiede perché non fa altro che pensare a lei, perché i suoi pensieri cadano sempre lì, deve fare il possibile per scacciarli.

Ritorna alla sua vita fatta di affari e perversioni, ma ha sempre un pensiero per quella ragazzina, così spaventata ed intimorita.

Senza rendersene conto, ritorna a Blackwood Castle, pensando di aver accettato un invito a cena, ma c’era solo lo scopo di poterla rivedere, incontrare di nuovo i suoi occhi, che hanno trasmesso così tanto, da cercali ancora e ancora.

Dopo averla rivista, la situazione non migliora, non cambia idea, anzi... la vuole ancora di più, desidera sia sua. E così, non se ne accorse nemmeno, ma successe, cosa aveva combinato?

Un patto, una promessa, una cosa in cambio di una cosa, è così venne deciso che Ashley dovette abbandonare Blackwood Castle per andare a lavorare per Sylar, presso Hawkland Castel, la sua dimora, ma come era capitato tutto ciò Ashley non lo sapeva, pensava che stando meglio Alice ed essendo lei partita con Thomas, l’amore della sua vita, non avesse più bisogno di lei, che al castello non avessero più bisogno di lei, ma si sbagliava, c’era altro. Lui l’aveva voluta, Lui l’aveva imprigionata l’ennesima volta.

Ashley, vedendosi quasi costretta ad accettare questa situazione, parte per Hawkland Castel, nella speranza di trovarsi bene, infondendosi coraggio da sola, d’altronde stava proprio entrando in casa dell’unica persona che la intimorisse, che le facesse paura, che la mettesse in soggezione con una sola occhiata.

La povera Ashley non ricevette per niente il benvenuto, anzi, venne tratta come l’ultima arrivata, bullizzata e costretta fare dei lavori sfiancanti, ai quali non era abituata, in silenzio, senza nessun tipo di conversazione o qualcosa che assomigliasse al calore umano, e a lei mancava. Mancava poter parlare con qualcuno, raccontare la sua giornata, gli ultimi sviluppi.

Sylar stette ben attento a non frequentare il castello, preferendo il suo attico ad Edimburgo o a Londra, cercando di starle il più lontano possibile, prima da quella casa che lui non considerava tale, era rimasta intatta come il padre l’aveva lasciata, e lui non si era mai permesso di farla tornare a vivere, voleva ricordare, e poi dalla nuova cameriera, che non riusciva ad allontanare dai suoi pensieri.

Una sera rientrato la trova sconvolta, sul pavimento, sporca di cenere, stremata dal duro lavoro e da li le loro strade di scontrano, incontrano, separano, riavvicinano. Da quel momento Sylar sente cambiare qualcosa, non capisce cosa, lui non ha sentimenti, lui non prova niente, e allora cosa è questa insistenza per questa ragazzina, proprio non se ne fa un’idea.

Il loro tempo insieme diventa quasi un obbligo per Ashley, lui la chiama lei arriva, sempre, nonostante la paura, la soggezione che le fa provare, nonostante tutto lei è lì, e non desidera altro, sente che è sbagliato, sente che sta sognando in grande, ha ancora paura di quell’uomo oscuro, con gli occhi e il portamento da falco, pronto ad attaccare la preda, ma non riesce a farne a meno, non riesce a evitarlo, lei lo vuole, lo desidera, qualsiasi cosa volesse farle, sa che cederebbe, sarebbe disposta a dargli tutto, tanto è il potere che ha su di lei.

Quasi senza accorgersi, Sylar passa molto del suo tempo con Ashley, cosa succede a tutta quell’armatura che si era costruito? Starà forse iniziando a provare qualcosa? Il muscolo al centro del petto sembra risvegliarsi quando lei è nei paraggi, anche solo quando la pensa, cioè più spesso di quanto si aspettasse, ma cosa ha di diverso? Cosa riesce a catturare la sua attenzione?

Lui proprio non se lo spiega, ma non riesce a farne a meno, e lo prova sulla pelle.

Come procedono le cose sta a voi scoprirlo, i sogni son desideri, di felicità… ma riusciranno entrambi a raggiungere i propri sogni? Grazie all’aiuto di una fata madrina un po' particolare, della tenacia di Ashley, il nostro falco dagli occhi cupi riuscirà a sorridere?

Un romanzo bellissimo, che ti prende dall’inizio, raccontato divinamente, dettagli necessari per capire appieno la storia.

I protagonisti sono accattivanti, seri, con una forza d’animo non indifferente. La serietà di Sylar ti lascia senza parole, mentre la genuinità di Ashley è magica, è un sogno ad occhi aperti, ingenua a tratti, buona, disponibile, pronta a donarsi all’altro.

Grazie a Paola per questo racconto fatto di sogni, di desideri e di conquiste.

Un abbraccio

Alice 



Per la sesta volta ho avuto il privilegio di varcare il solido portone del Castello di Blackwood, uno dei tanti avamposti della nobiltà scozzese. Antica fortezza che si erge in una terra dove gli immensi prati verdi, perdendosi all’orizzonte si mischiano ai cieli nuvolosi e grigi, dai quali la pioggia spesso incessante abbevera queste terre così rudi e turbolente, esattamente quanto il mare, colorato di un profondo e schiumoso blu, le cui onde si infrangono impetuose sulle scogliere rocciose o si inerpicano lungo i fiordi per unirsi in un tutt’uno, confluendo nella foce dei molti fiumi. Il popolo scozzese possiede una tempra solida e resistente, che rispecchia la durezza e la bellezza della loro stessa terra, così come i nobili Lennox, portatori di un patrimonio genetico che trova massima esaltazione nel capostipite Bruce Lennox, il Duca di Highfield, la cui spietatezza, severità, freddezza e razionalità lo trasformano in un uomo algido, rigido ed incapace di qualsiasi manifestazione di affetto, anche se al di sotto della coriacea corteccia ed impostazione di vita, c’è chi è convinto esista un cuore che batte. Il migliore amico di Bruce era Arthur Wallace, il defunto Marchese di Hawkland, simile a lui per la ferocia caratteriale e per l’abilità negli affari, che l’ha trasformato in uno dei più temibili squali, sia nella vita privata che in quella professionale. Wolf e Sylar hanno ereditato dai loro padri le stesse caratteristiche ed inclinazioni, tramandate ai figli, sia a livello genetico sia attraverso una rigida educazione volta a plasmarli in quello che avrebbero dovuto essere, per diventare i meritevoli eredi delle loro casate, del loro nome e del loro immenso patrimonio. Ma tra Bruce e Arthur esiste una differenza ed è Sylar ad esserne consapevole, al punto da essersi affezionato al suo mentore, nonostante i molti dissapori, tanto da rivolgersi a lui chiamandolo “zio”, anche se tra di loro non esiste parentela.

“Bruce era aristocratico fin nel midollo, proprio come il suo primogenito; era duro, rigido e severo, con i suoi figli così come con se stesso. Ma sotto tutti quegli strati di arroganza e di nobile distacco, Sylar, a tratti, sentiva battere un cuore. Cosa che non avrebbe mai potuto dire di suo padre.”

Wolf e Sylar amici da sempre, compagni di svago e di avventure, hanno condiviso la stessa passione per le donne e per gli affari, sempre condotti con astuzia e notevole pragmatismo rispettando un’etica piuttosto elastica. Amici nella vita ma avversari negli affari, per riuscire a mantenere ed aumentare i loro averi devono riuscire a vincere ogni contrattazione, pertanto si muovono nel loro mondo con spietatezza e ferocia come due predatori senza scrupoli. Sono stati educati così, in quanto sono i primogeniti e hanno sulle loro spalle la responsabilità di portare avanti oltre al proprio nome con onore, anche quello della loro casata, con tutto ciò che ne consegue. Wolf solitario, cinico e snob, è stato graziato dal destino, perché durante il suo cammino ha incontrato la dolce ed ingenua Rose che ha saputo scatenare il lui, oltre all’istinto predatorio, anche la sua fame d’amore, per poi essere addomesticato con la tenerezza e la dedizione. Rose è riuscita ad ammansire quella belva feroce e ringhiosa, trasformandola in un lupacchiotto talmente innamorato e possessivo da saper amare profondamente lei e il frutto del loro amore, pur rimanendo uno scaltro uomo d’affari che sa usare la diplomazia e l’istinto per risultare ogni volta un vincente. Sylar invece è rimasto sempre lo stesso, cinico, insensibile e crudele, l’uomo “temuto e potente, implacabile negli affari come nella vita, impermeabile alla pietà. ”. Nessuno più di lui sa incarnare le caratteristiche del rapace, esattamente quello raffigurato nello stemma della sua antica e nobile famiglia.

“ [..]non aveva rivali nella velocità, nella precisione e nell’assoluta mancanza di scrupoli con le quali calava in picchiata a ghermire le sue prede. Molti scambiavano per crudeltà quella totale assenza di sentimenti e di emozioni, ma si sbagliavano: lui era quello che era, il frutto di un’intera vita trascorsa a plasmare se stesso esattamente all’opposto di come suo padre avrebbe desiderato il suo prezioso erede. Nel segreto del suo cuore sfregiato, aborriva il proprio nome, il proprio titolo.”

Sylar il principe nero, cinico, brutale e ombroso, è il protagonista di questa fiaba piena di durezze, contraddizioni, fragilità e sentimenti contrastanti, così come di tenerezze e di emozioni condivise, che si affacciano tumultuose, mentre si ribellano e sferrano inutili pugni alla rabbia, che anziché ridursi si fomenta ancora di più. Esiste in Sylar un’anima ferita, quella di un Essere profondo rimasto rinchiuso in un limbo sospeso nel passato, in un labirinto senza via d’uscita, dove esiste soltanto il vuoto di un deserto che urla nel rancore, talmente forte da schiacciare e silenziare la fragile melodia di un cuore, troppo flebile e sottile per poter essere udito. Impossibile oltrepassare la spessa corazza e quella triste fortezza costruita dal troppo dolore. Un concerto di sensazioni e di impercettibili stilettate, come tanti spilli che si conficcano nella carne e che diventano il sinonimo di tormento, ma anche di lotta interiore, per colpa di quelle sensazioni che non riesce a tenere rinchiuse e alle quali Sylar, non sa neppure dare un nome. Ma nel groviglio che lo avvolge e lo stritola, fin troppo chiaramente percepisce la potenza e il boato che, nello schiantarsi sul fondo, lo schiaffeggia per farlo risvegliare. Eppure Sylar ancora non è pronto a lasciar andare le vecchie credenze per accettare l’inevitabilità del destino, ed insieme ad esse quelle autentiche certezze di un cuore che sa già tutto. Un personaggio inquietante, immenso, scuro e meravigliosamente sofferto, perché sotto alla corazza nera che mostra in superficie, esiste ancora quel bambo soffocato dal dolore e dai sensi di colpa. Quell’anima pulita, nobile non di sangue ma di intenti, così sfavillante e lucida che già sapeva ergersi a difensore dei deboli, perché chi non ce la fa con le proprie forze ha bisogno di essere salvato da chi invece ne ha la possibilità. Sylar per alcuni versi è un po’ simile ad Hunter che affoga le proprie sofferenze nel vizio e nella dissolutezza, anche se nel Principe Nero, non esiste soltanto la volontà di un appagamento momentaneo, con l’intento di soffocare ed anestetizzare una sofferenza e una mancanza, in Sylar esiste una cieca e cinica premeditazione. Ha un piano da portare a termine e uno scopo da perseguire. Desidera arrivare più in alto del padre, diventando l’esatto contrario di quello che lui avrebbe voluto, perché ha sete di vendetta, ma insieme ad essa nutre l’odio per se stesso, per il padre e per la vita intera.  

Il Falco avrebbe fatto crescere ancora il patrimonio di famiglia, avrebbe condotto alle stelle la loro fortuna, il loro nome. E poi li avrebbe guardati morire. Sylar Wallace, tredicesimo Marchese di Hawkland, era l’esatto contrario di un principe.

Peccato il destino non sia d’accordo con i suoi tormentati progetti e abbia in serbo per Sylar decisamente altri piani. Tutto inizia un giorno in cui nel castello di Blackwood, Bruce, Wolf e Sylar sono riunititi per discutere di affari e ancora una volta, la biblioteca diventa il luogo di un primo incontro esattamente come lo era stato per Rose e Wolf. Sylar sventa un possibile disastro, anche se ciò che accade tra Ashley e Sylar è un evento che li porterà sulla soglia dell’inevitabile, perché nulla tra loro potrà più essere come prima. Sylar rimane colpito dalle lentiggini, dagli occhi di Ashley di un grigio cenere e quello dei suoi capelli fiammeggianti, che troppo ricordano il bagliore rosso del fuoco, che da quel momento comincia ad ardere anche dentro di lui, incenerendo ogni barriera. La verità è che dal loro primo incontro si ammala, ma la sua malattia ha un nome, il nome della cameriera dei Lennox,. È la giovane Ashley Grey, che si insinua prepotentemente dentro di lui, come un’ossessione, rubandogli il sonno, il senno e la lucidità. Nessuna mai è stata per lui importante, ma ora questa ragazzina è diventata la sua fissazione, il suo unico pensiero e il suo più grande tormento. E’ una consapevolezza sconvolgente per Sylar, che è sempre stato un uomo lucido e razionale, totalmente impermeabile ai sentimenti, alle emozioni e alle gelosie quasi adolescenziali. Eppure di fronte a Ashley si scopre al pari di un ragazzino in preda agli ormoni, e a dei sentimenti e reazioni alle quali non sa dare un’interpretazione. Pertanto lotta. Lotta contro di esse fino a quando stremato ed in preda all’emotività, cede e fa ciò che non avrebbe mai pensato di fare: la ghermisce come una preda e la cattura utilizzando il proprio potere.

La mia mente vola e mi porta a paragonare Sylar, al Piccolo Principe del racconto di Antoine de Saint-Exupéry che addomestica la sua volpe. Ed è proprio così che succede tra la rossa volpe Ashley e il Piccolo Principe Sylar, quando inconsapevolmente decide di incontrarla tutti i giorni, per poi essere addomesticato a sua volta, perché nel farlo rimane sempre più conquistato dal senso di pace che la ragazza sa donargli, al punto da diventare quella volpe per lui unica al mondo

Dal Piccolo Principe:

“Dopo una piccola riflessione, il piccolo principe le chiede: “Che cosa vuol dire addomesticare?” e la volpe risponde ancora: “È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami. Se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altra. Tu sarai per me l'unico al mondo, e io sarò per te l'unica al mondo”

Anche Ashley è un personaggio che lascia il segno. Una giovane donna che all’apparenza sembra fragile e debole, ma che in verità conserva una fierezza e una grinta che non viene mai meno. A tratti emerge, nei momenti più impensati, tanto che saper tenere testa anche al temibile Marchese di Hawkland. Vive in una situazione di prigionia, a causa di una minaccia che incombe su di lei e che non le lascia alcuna speranza, ma nonostante questo trova il coraggio di vivere la propria vita godendo delle piccole cose e trovando in queste e nelle persone che la amano e le vogliono bene, quella positività che le da la forza di andare avanti senza abbattersi. Grazie a lei abbiamo finalmente una visuale più ampia della vita che conduce la servitù al castello di Blackwood . Già in passato ne abbiamo assaporato uno scorcio per merito di Rose la protagonista di Wolf’s Kiss, inizialmente una protetta e poi assistente del Duca di Highfield. Ora la visione di allarga ulteriormente, perché in questo romanzo ci trasferiamo addirittura in un’altra residenza, quella del Marchese, ovvero il Castello di Hawkland , dove conosciamo la servitù che qui presta servizio, molto diversa da quella a cui Ashley è abituata, cosa che offre la possibilità di creare diverse situazioni che si allacciano fortemente alla favola di Cenerentola. Proprio come Cenerentola Ashley ama gli animali e molti sono gli episodi in cui si intrattiene in loro compagnia. Per la giovane e sfortunata Cenerentola/Ashley, il castello di Blackwood significa tutto, perché è la sola cosa che può avere e desiderare

Quando tornò in stanza e si mise a letto, stava ancora sorridendo: c’erano prigioni e prigioni, e Blackwood Castle, per lei, era più una roccaforte che un’oscura segreta. Non aveva senso pensare a sogni e desideri, a principi e rimpianti, né rimuginare su tutto quello a cui aveva rinunciato. La sola cosa importante era tenersi stretto l’unico luogo al mondo nel quale, almeno in parte, riusciva a sentirsi al sicuro.

Una trasposizione in chiave moderna della favola di Cenerentola che è riuscita veramente a rubarmi il cuore, per la bellezza delle scene, per l’abilità con cui l’autrice ha saputo raccontare un favola d’amore, mischiando le carte, reinventando la figura del principe che non è esattamente quello della favola. Qui il principe è Sylar, alto, imponente con gli occhi scuri come la notte e i capelli corvini, che a tratti ricorda un signore dell’oscurità o il principe degli inferi. I suoi occhi sanno diventare due pozze scure, talmente ipnotici, da scavare dentro l’anima mentre scrutano e soppesano ogni segreto, infiammano i sensi e fanno tremare il cuore, mentre i sospiri si mozzano e i corpi si infiammano. Un principe carnale, che riesce a diventare delicato, avvolgente e dolce, soprattutto quando il suo cuore viene toccato dal sentimento che sconvolge tutti i suoi piani, ribaltando ogni sua prospettiva

Questa fiaba mi ha accarezzato l’anima, perchè è terribilmente sentimentale e romantica, senza mai diventare stucchevole, ma bensì ombrosa ed oscura, ricalcando le sfumature racchiuse nel Principe Sylar che pur cadendo nella spirale della brutalità, del cinismo, della rabbia e della crudeltà, sa emergere da essa, trasformandosi completamente per accogliere ogni sentimento che sa regalargli il cuore. Ho amato Sylar e Ashley per tutte le loro contraddizioni, paure, timori, tremolii, gesti e carezze. Indimenticabile la mano grande del principe che avvolge l’addome di Ashley, Per la prima volta avverte la potenza dell’attrazione e la magia di un corpo che freme, sotto il calore di una mano di un uomo, talmente consapevole del proprio fascino da condurla esattamente là dove la voleva farla arrivare, con una ferrea premeditazione. Scaltro e cinico, ma allo stesso tempo delicato, generoso e tenero, pronto a donare più che a ricevere, perso nel timore di perdersi totalmente, con il rischio di non trovare più l’inizio e la fine di se stesso. Si arrende e muore in lei per poi resuscitare proprio grazie a lei, la causa e il principio di ogni cosa e unico significato del suo tutto.  

Che dire? Sono innamorata di questa favola d’amore dai forti chiari e scuri, esattamente come lo sono dello stile di Paola Gianinetto, che già dal prologo mi ha conquistata per la potenza e l’impatto della sua scrittura e la capacità di creare immagini vivide grazie all’uso sapiente delle parole. Quelle “lunghe dita” mi hanno irrimediabilmente conquistata e ora dovrò lconoscere tanto altro di lei, perché questo è il primo romanzo che leggo di questa ottima autrice

"Quella notte, a Hawkland Castle, quasi tutte le luci erano spente. La lugubre atmosfera luttuosa permeava le mura, tanto che persino il buio pareva farsi complice della morte, insinuando le lunghe dita al di là delle alte finestre del maniero."

Una trama intessuta ad arte con chiarezza e attraverso l'uso del tempo, utilizzato con abilità e con dovizia di particolari, per costruire dapprima le fondamenta del racconto per poi avviare al di sopra, tutta una serie di eventi, che hanno preso vita anche grazie a diversi salti temporali. Il tutto rispettando una successione logica, fino a sfociare nel momento clou che ha dato inizio a ciò che non mi sarei mai aspettata. Ho letto con curiosità ogni parola e ogni frase, che hanno aperto continuamente nuovi scenari, scendendo in profondità nei caratteri dei due protagonisti, in un crescendo di aspettative. Ancora una volta dopo Wolf, anche se in maniera diversa, ci troviamo a fare i conti con un predatore, assetato di sangue, acquisizioni, successi e conquiste. Ma una sola preda è quella che è diversa da tutte le altre. Ed è quella più ambita, ma e anche quella a cui riservare ogni attenzione, perché è un passerotto al quale non si può spezzare le ali. Lui non è il principe classico, ma è il cattivo delle fiabe, colui che incarna il demone, ma nonostante questo la luce riesce comunque a lambire sempre di più i suoi contorni, fino a rischiararlo del tutto. Sylar è e rimane un Falco, ma è quel predatore che sa riconoscere e abbandonarsi alla forza dell’amore. Il finale è veramente da favola ed è stupendo.

Consiglio assolutamente la lettura di questo meraviglioso romanzo, ricco di sfaccettature e sfumature intense e rarefatte, di alti e bassi, di luci ed ombre, di amore e tormento, di speranze e tremori, dove gli angeli e i demoni, continuano a scambiarsi di posto, tra i chiari e gli scuri, giocando tra loro fino ad impossessarsi di volta in volta, dei sogni impalpabili così come delle certezze assolute, dei tormenti e delle ossessioni reciproche. Due personaggi che nell’impadronirsi dapprima delle loro rispettive anime, si sono poi appropriati anche di quella dell’altro, perché entrambi andavano cercando, proprio ciò che non sapevano neppure di poter trovare.  

Vi saluto dandovi appuntamento con la recensione dell’ultimo volume della serie The Blackwood Castle, intitolato Dad Sugar firmato da Estelle Hunt. Alla prossima!

Cristina Pisano

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