Titolo: Come hai detto che ti chiami?
Autore: Paola Russo
Editore: Words Edizioni
Genere: Commedia romantica (slow burn/reverse age gap/geek romance)
Disponibile su Amazon
Trama
Bella, ma stronza. Se a un campione random di persone venisse chiesto di descrivere Santana, con tutta probabilità sarebbe questo l'unanime giudizio. Editor e ghostwriter per professione, con una vita sessuale altalenante nel tempo libero, Santana non ha di certo nulla a che vedere con Michael. Anzi, Luke. Forse Ryan. No, ecco… Brian! Insomma, col vicino nerd di undici anni più giovane, appassionato di D&D e Star Wars e, all’occorrenza, hacker, scassinatore e moonwalker professionista. Eppure, complici una notte ad alto tasso alcolico, una delusione d'amore e un tappeto che ha decisamente visto troppo, Santana e Brian si ritroveranno a condividere più di quanto avrebbero voluto.
RECENSIONE
Ho iniziato questa lettura pensando di leggere il solito libro ricco di tira e molla, di incomprensioni e rappacificazioni. Non potevo avere idea più sbagliata. La sorpresa è stata tanta e soprattutto positiva.
Ho avuto il piacere di leggere un libro che parla di crescita e maturità, che racconta la storia di Santana e Brian, due persone che insieme affrontano nuove sfide in un momento particolare della loro vita.
Santana è una donna di trentacinque anni sola al mondo, fatta eccezione per una sorella, con cui però ha un rapporto altalenante; non ha amici, tranne gli “amici di letto” e non cerca rapporti diversi.
«Mi sento confusa. Stanca. E tanto… tanto sola.»
È una stimata editor che vuole disperatamente trovare l'amore, ma che frequenta gli uomini sbagliati. Ha avuto un'infanzia difficile che l'ha segnata e resa spesso superficiale e paurosa nel dare confidenza e affetto. Per quanto cerchi l'amore di un compagno, ha paura dei cambiamenti.
Brian, chiamato Ryan da Santana,
«Senti, Ryan…»
«Brian» la corresse lui. «È uguale.»
è un ventiquattrenne prossimo alla laurea e al trasferimento da New York alla Silicon Valley; è un programmatore, dotato di mille risorse e grande inventiva, appassionato di Star Wars, socio di una start up destinata a grandi invenzioni nel campo high tech. La sua vita è organizzata, da vero nerd, tra lavoro, studio e videogiochi. È un ragazzo molto ironico, capace di prendersi in giro e di ridere di sé e altruista, ma anche troppo irruento e superficiale.
«Sarò anche un idiota, ma sono un idiota del tipo simpatico.»
L'unico punto di incontro tra di loro dovrebbe essere solo un pianerottolo o al massimo un ascensore. Si trovano invece a condividere, per una serie di cause, molti momenti insieme per alcuni mesi. Dai loro confronti emerge la giovinezza di Brian, unita ai saldi principi e all’integrità oltre che a una grandissima dose di simpatia e autoironia. Spesso dimostra la sua intelligenza ridendo di sé, riuscendo a sdrammatizzare le situazioni più difficili vissute con Santana. In pochi mesi si vede venire alla luce sempre di più l’uomo nascosto sotto i tratti del ragazzo. Tanto merito della presa di coscienza di Brian è di Santana che, con metodi spesso bruschi, lo indirizza mantenendolo sintonizzato sempre all’obiettivo.
«Raggiungere la maturità è un percorso che richiede tempo. È una cosa individuale e soprattutto graduale. Tu hai delle buone basi, devi solo fare esperienza. Il che, fondamentalmente, vuol dire imparare dai propri errori e da quelli degli altri. Punta a diventare la migliore versione di te stesso e non ho dubbi che, a tempo debito, diventerai un adulto con i controcoglioni.»
Santana nello stesso periodo capisce cosa significhi davvero amare e sentirsi parte di qualcosa di più grande, sperimenta cosa sia il sacrificio e affronta con il supporto di Brian la sua solitudine.
«Brian Fraser è stato dunque un bambino irrequieto e un adolescente scapestrato» riassunse Santana. «E adesso cos'è?»
«Direi un giovane uomo che sta cercando la sua strada» rispose con convinzione. «E tu, invece, cosa sei?» Una donna sola pensò Santana.
È Santana che prova su di se stessa il sacrificio che il vero amore può richiedere, mostrando a Brian la parte peggiore di sé per non fargli vedere il meglio che avrebbe potuto donargli.
Come due pezzi di un puzzle le mancanze dell’uno vengono sopperite dall’esuberanza dell’altro.
La narrazione in terza persona accompagna il lettore come spettatore di battibecchi e confessioni sempre con una punta di humor in un libro di cui consiglio la lettura.
Annalisa
Ringraziamo la CE per la copia omaggio.