Titolo: Il collezionista di ricordi
Autore: Elisa Crescenzi
Editore: Self Publishing
Genere: Second chance, new adult, music romance
Data d'uscita: 27 ottobre 2021
Autoconclusivo
Disponibile su Amazon e con Kindle Unlimited
Trama
«La musica è finita, Micol».
«E noi, Bart, noi siamo finiti?»
Micol ha quindici anni quando è costretta a dire addio al ragazzo che le è sempre stato accanto, l’unico al quale ha concesso il suo cuore. Altrettanti sono gli inverni trascorsi dal loro ultimo bacio. Le strade di Firenze hanno smesso di emozionarla come un tempo, ma lei non ha rinnegato un solo giorno i suoi sentimenti per Bart.
È una giovane di trent’anni e si sente realizzata: è diventata psicologa, ha aperto uno studio e, nonostante non sia riuscita a dimenticare Bart, ha imparato a razionalizzare la sua mancanza. Almeno fino a quando una spiacevole perdita non costringe Bartholomew a fare ritorno a casa. Micol è pronta a rivederlo, tuttavia non si aspetta di scontrarsi con un muro di rabbia. Dovrebbe tenersi a debita distanza, lasciarlo partire di nuovo, invece si ritrova ancora una volta impigliata in una rete fitta di sentimenti.
Quindici anni dovrebbero bastare a dimenticare, eppure le loro anime sembrano suonare ancora la stessa melodia.
Bartholomew ha quindici anni quando riempie la sua valigia di vestiti, rabbia e rancore. La Juliard è pronta ad accoglierlo, anche se lui non è pronto ad abbandonare Firenze. Poi il suo cuore si spezza: Micol,
la sua migliore amica, lo lascia partire con una menzogna.
A tenere insieme i cocci malandati del suo cuore ci pensa la musica. Bart diventa un pianista prodigioso e conteso, la sua vita riprende a scorrere e il suo letto si riempie di donne prive d’importanza quasi ogni notte.
All’improvviso, però, è costretto dagli eventi a tornare a casa. Due giorni, solo due giorni: quello è il tempo che Bart giura di concedere a Firenze.
Micol tuttavia è lì, a un soffio da lui, con una collezione di ricordi a non lasciargli tregua e sentimenti dilanianti a condannarlo.
«Una cosa per finire deve anche aver un inizio e tu ed io, Micol, non siamo mai iniziati davvero».
RECENSIONE
C’era una volta un amore condiviso da due ragazzini, forse troppo giovani per capire quanto fosse profondo il loro sentimento. Ci sono ora due trentenni, che hanno raggiunto i loro obiettivi professionali e che dopo 15 anni ancora vivono nel ricordo di quell’amore adolescenziale.
Avevano 15 anni quando le strade di Bartolhomew e Micol si sono separate, da vicini di casa sempre insieme si sono ritrovati un oceano a dividerli: Bart alla Juliard negli Stati Uniti intento a diventare un affermato compositore e pianista, Micol rimasta a Firenze e poi diventata psicologa.
Il caso ha voluto che dopo 15 anni Bart debba ritornare a Firenze, accompagnato dal fidato Victor, in un certo senso suo angelo custode, lasciando Seattle. Incontrare Micol gli permette di affrontare il dolore che lo accompagna da così tanti anni da essere diventato parte di lui. Vedersi li obbliga a rimettere in gioco i loro sentimenti. Il loro studiarsi e cercare di capirsi, anche se tante continuano ad essere le incomprensioni, li riporta di continuo al momento dell’addio. Solo superandolo e accettandolo possono affrontare il futuro.
Grazie alle parole scritte, ma soprattutto a tutto quello che trasmette l’autrice tra le righe, durante la lettura ti senti investito dalle emozioni dei protagonisti. Leggere i capitoli con il pov di Bartolhomew è un viaggio sulle montagne russe. Per ogni attimo di pace, segue un tormento che ti stritola, la sua sofferenza è tangibile. Micol è invece meno limpida e più confusa; dopo aver vissuto per tanti anni con la convinzione di aver gettato al vento la sua unica occasione di vivere il vero amore, si sente in colpa verso Bart e verso se stessa, con le spalle gravate da segreti che non vorrebbe aver dovuto nascondere a tutti.
A cercare di mantenere Micol e Bart abbastanza vicini per non perdersi una seconda volta, ci sono le loro famiglie, una Firenze sempre pronta a dare sfondi per nuovi ricordi e Victor, l’agente di Bart.
Micol e Bart si ritrovano dopo tanti anni, oramai cambiati e cresciuti, ma hanno ancora rituali vecchi che li tengono ancorati a quello che erano e che forse potrebbero ritornare ad essere.
“Quello del Bacio Perugina è un rituale a cui ha dato inizio lui, e a cui non sono mai più riuscita a sottrarmi, neanche quando mi ha lasciata sola per inseguire i suoi sogni.”
Per mitigare il dolore dovuto alla mancanza di Micol, Bart ha disegnato il suo corpo
“Mi sono divertito a brancolare nel buio, a ricoprire la pelle di ricordi per non essere più il ragazzino sprovveduto che sono stato un tempo, quello con troppo amore dentro e troppo poco fuori.”
rendendolo un altare intitolato all’amore; il primo tatuaggio che si è impresso è la costellazione di Lot, quella dedicata all’amore vicendevole: “Perché noi saremo un unico cuore" si dicono nella leggenda Elea ed Elrhon. È così che Bart, usando un Bacio Perugina, si dichiara a una giovane Micol, mai dimenticando la sua promessa:
“Ti porterò in ogni nota del petto, perché tu sarai per sempre la mia unica musica. Mew.”
Elisa Crescenzi ha una scrittura precisa e puntuale nel descrivere le ambientazioni in cui Bart e Micol si incontrano e scontrano, in cui si cercano e nascondono, rendendo Firenze la terza protagonista di questa storia. Sono tanti gli scorci della città che sono oramai parte dei loro ricordi.
Consiglio vivamente la lettura di questo libro, mi complimento con l’autrice e spero possa essere in programma uno spin-off per Victor, con accompagnamento musicale scritto da Bart.
Annalisa
Ringrazio l’autrice per la copia ARC.