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Recensione: Novembre di Laura Vegliamore (Words Edizioni)


TITOLO: Novembre
AUTORE: Laura Vegliamore
EDITORE: Words Edizioni
GENERE: Narrativa contemporanea
FORMATO: Ebook (2,99 – 0,99 nel giorno d’uscita) - Cartaceo (15,90)
DISPONIBILE SU AMAZON 
E IN TUTTE LE LIBRERIE

“Tanto varrebbe prendere un treno a caso.” 

TRAMA
Un venerdì come tanti a Parigi, una stazione della metro, un treno soppresso, un incontro deciso dal destino. Adriano, ventiseienne romano, si è trasferito in Francia fuggendo da un senso di colpa divenuto insostenibile, lontano dalla ragazza con cui è cresciuto, dal padre e dal fratello gemello, riflesso distorto di se stesso che non riesce più a guardare negli occhi. E in quella stazione incontra Mathilde, bella e piena di vita, che gli propone un gioco: farsi trascinare dal caso, per vedere dove il destino li condurrà. In quel pomeriggio freddo di novembre, Adriano accetta di prendere per mano quella sconosciuta, per cambiare vita, lasciarsi tutto alle spalle, respirare di nuovo. Il viaggio di Mathilde e Adriano è un turbine di mistero, strade e canzoni, nel caos magico di una città meravigliosa, testimone di un sentimento che sembra nascere all’improvviso e travolgere ogni cosa. Solo che quello non è un venerdì come tanti a Parigi. È il 13 novembre 2015, e il destino sta per mostrare il suo volto più crudele. 

RECENSIONE

Che uno creda o no al destino ci sono due momenti imprescindibili nelle vita di una persona: la nascita e la morte. Non decidiamo dove, quando e come venire al mondo e, a mio parere, non decidiamo neppure quando come e perché morire. 

Da quando da ragazzina ho visto due aerei in mondovisione schiantarsi contro le Torri Gemelle, ho riflettuto spesso sulla consistenza della vita. 
La vita ha una forza innata ineguagliabile. Possono crescere fiori sull'asfalto, può fiorire il deserto, ci sono persone che riescono a sopravvivere a accadimenti indicibili o incidenti improbabili. Poi però la vita scivola come un soffio. Un piede messo in fallo, una disattenzione stupida, una serie di eventi che ti portano ad essere in un determinato momento, in un determinato giorno. E se la vita scorre via, cosa succede a chi rimane? A chi ci sopravvive, a chi diventa spettatore dell'orrore? 
Adriano è spezzato in due, non solo perché il suo cuore è metà del fratello gemello, ma soprattutto perché la sua vita in Francia, per cercare ossigeno, si è tramutata in una nuova crepa. 

"Siete nati con un cuore solo."

Adriano viaggia per scappare, ma scopre invece di ritrovarsi una sera per caso nelle braccia di Mathilde. 

"Nascosta da qualche parte c’era ancora tutta la stanchezza di quella giornata orribile, ma gli sembrava più leggera, adesso, e la prospettiva di dover aspettare cinquanta minuti per prendere il treno successivo non lo innervosiva più. E poi, Mathilde era bellissima."

Poi come un soffio di vento, la vita chiede un nuovo pegno e Adriano si ritrova, sopravvissuto all'orrore a scontrarsi con un passato che diventa presente nell'incessante e insostenibile senso di colpa. 

L'anima di Adriano brucia, scarnificata dagli eventi, quella di Leonardo, il gemello, divampa divorata da una rabbia assordante. E il lettore se lo sente dentro tutto il dolore, la disperazione, l'incedere lento in muta armonia con quello del fratello. Si plasmano addosso Adriano e Leonardo, due facce della stessa medaglia, così simili, eppure così diversi. Può assaporare il disprezzo per Gemma, la madre, come il rispetto infantile per Mauro, il padre. L'affetto per Claudia, l'amica di sempre.

"Per un istante lungo e irreale si sentì vuoto, immobile. Mathilde davanti e Claudia dentro. Parigi intorno e Roma addosso."

 La penna di Laura è chirurgica. Le sue parole sono sangue e lacrime e non si può non rimanerne incantati e afflitti. Sopravvivere a un fatto oggettivamente orribile è possibile? 
La risposta l'autrice la grida forte e chiara ed è uno dei più bei messaggi che si possa leggere in un periodo in cui questo senso di smarrimento e pericolo ci è più affine di quando dovrebbe: 

"L’avrebbe fatto, ne era capace, ora. Riusciva a percepire tutto l’amore che aveva intorno, poteva tenerselo stretto senza sentire dolore."

È l'amore che rinsalda, cura, unisce e lenisce. L'amore per sé stessi, l'amore fraterno, quello di un padre per i propri figli, quello di una donna per il proprio uomo o di un uomo per una donna. 
L'amore nelle sue mille sfaccettature, soprattutto in quella del perdono. 

Una storia che si appoggia alla pelle come una piuma, per poi penetrarla come un pugnale. Un romanzo come se ne leggono pochi e come dovrebbero essere tutti. Assolutamente da non perdere. 

Cinque stelle e solo perché sono il massimo. Ne meriterebbe di più. Non c'è confronto. 

Emma 

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