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Recensione: Déjà Vu, Una im-perfetta storia d'amore di Angelica Romanin

Titolo: Déjà Vu, Una im-perfetta storia d'amore 
Autore: Angelica Romanin
Editore: Self Publishing 
Genere: Contemporary Romance
Trope: Hate to Love, Second Chance
Data pubblicazione: 23 Ottobre 2023
Autoconclusivo 
Doppio Pov


Trama

Elysia è nata a Itaca, in una notte di tempesta. Ama il profumo della pioggia, guardare le stelle, e sogna il grande amore. Quell’amore che dicono esista solo nelle favole, ma al quale si ostina a credere perché, dopotutto, ha solo quindici anni e tutta una vita davanti per dimostrare che si sbagliano.
Malik, vent’anni, non sa se l’amore esiste; per capirlo deve prima ritrovare se stesso.
Per questo è partito per Itaca, per stare solo, riflettere e decidere che fare della propria vita.
Non aveva calcolato di incontrare sulla sua strada una sfacciata adolescente in vena di romanticherie. Così come non immaginava che quel bacio, dato più che altro per togliersela di torno, l’avrebbe legato profondamente a lei. 
“Ritornerai da me, mio Ulisse?” Una stupida domanda fatta da un’ingenua ragazzina. Eppure, l’anno seguente eccolo di nuovo là, su quella spiaggia a sperare d’incontrarla.
Sembra l’inizio di una bella favola, ma sarà davvero così? 
Purtroppo non spetta a loro l’ultima parola: sulla grande scacchiera dell’universo è il destino che muove le pedine. E proprio come in una lunga partita a scacchi, le vite di Malik e Elysia si divideranno, per incrociarsi, di nuovo, dopo quattordici anni. 
Ma che accade quando scopri che il tuo amore più grande è diventato anche il tuo peggior nemico?


RECENSIONE

Buongiorno care amiche lettrici! Sono in preda all’amozione più viva, sentita, reale e vera. Da pochi minuti ho ultimato questo meraviglioso romanzo e non riesco ad impedirmi di riversare qui, nella mia recensione, i mille pensieri e i numerosi ragionamenti che incessantemente si sono affacciati alla mia mente e nel mio cuore, durante il lungo percorso che mi ha vista, sempre più coinvolta in questa trama inaspettata, dagli infiniti risvolti e altrettanti significati, che si sono insinuati prepotentemente dentro di me, fino ad arrivare con l’ultima riga a sconvolgermi, attraverso un’esplosione di totale incanto, turbamento, speranza, riflessione e sorpresa. Impossibile rimanere indifferenti. Impossibile sottrarsi all’emotività, quella che coglie in flagrante e toglie il fiato, di fronte ad una conclusione splendida, unica, assolutamente imprevedibile ed incredibilmente originale. Non mi vergogno a dire che mi sono commossa, perché è stato come assistere ad un tripudio di colori e ad un’esplosione di sentimenti contrapposti! Non è stato facile salutare Malik ed Elysia perchè sono entrati in profondità, sottopelle, negli anfratti del mio cuore, fino a scavarmi l’anima.

“Eravamo lì entrambi, da qualche parte, io cercavo lui e lui cercava me. Ma ancora non lo sapevamo.”

Merito di una storia d’amore così lunga, intensa, complessa, articolata, insidiosa, assoluta, intrigante, potente, solida ed inevitabile, ma al contempo fragile, difficile, delicata, struggente e carica di magia, così come di rimpianti, di nuovi inizi e di altrettante separazioni…e poi ancora, ancora, ancora. Déjà Vu è il racconto di due vite e di due anime che si riconoscono, si rincorrono, si cercano, si amano, si intrecciano, si fondono, si compenetrano, per poi sfuggirsi, scalfirsi, ferirsi, annientarsi, sfidarsi e disprezzarsi, fino ad arrivare all’abbandono, all’allontanamento e all’odio, per poi ritrovarsi e ricominciare tutto da capo, ripercorrendo dall’inizio ogni passo in bilico con il destino. A volte Malik ed Elysia si sono scambiati di ruolo. C’è stato chi, (vero o falso), è stato prima vittima e poi carnefice e viceversa, mentre i rispettivi sentimenti mutavano sull’onda dei pregiudizi, delle false credenze, così come per colpa di circostanze ed eventi, che si sono susseguiti incessantemente per tutto l’ampio arco temporale, in cui si è sviluppato il racconto. Nel frattempo, i luoghi sono rimasti gli stessi, così come i sentimenti veri, quelli seppelliti nei loro cuori, in fondo ai loro sguardi spenti o nei loro pensieri più nascosti. Anche in questo Malik ed Elysia si sono uniti in un tutt’uno, come lo sono le onde del mare, le folate di vento, le nubi grigie della tempesta, le gocce di pioggia e i granelli di sabbia, quelli della spiaggia del loro primo incontro, come quelli di altri mille, milioni di incontri, qui e ora, oppure altrove, per sempre o nell’eternità.  

«Io sono Malik» si presenta. Poi aggiunge, come a giustificarsi di un nome tanto strambo: «Significa “re” in arabo.» Un re, proprio come Ulisse, mandato dal cielo appositamente per me. Mi illudo? Mi lascio fuorviare dalla mia incrollabile fiducia nell’universo? Può darsi di sì.”

Il racconto inizia in una sera d’agosto del 1985. Siamo a Vathy nell’isola di Itaca, ed Elysia Kostas ha quindici anni, quando fa uno strano incontro tra i vicoli del suo paese. Una sagoma scura che scivola veloce e che sparisce nel nulla, anche se non passa inosservata e lascia nella ragazzina una strana sensazione, come se quella situazione l’avesse già vissuta. Elysia è in attesa del grande amore, quello delle favole ed è dotata di un istinto e di una maturità fuori dal comune, pertanto capisce subito che quell’incontro è un segno del destino. Al mattino in spiaggia, come richiamato dal fato, incontra l’uomo misterioso. Si tratta di un ragazzo bellissimo, dai riccioli castani e dagli occhi verdi e tristi. Malik, è un giovane ventunenne italo greco, ma con un nome arabo. È in vacanza da solo sull’isola, perché ha bisogno di ritrovare se stesso. Tra loro nasce un intesa profonda, si capiscono come se si conoscessero da sempre. Lei è intraprendete, ardita e gioiosa, più matura dei suoi anni a causa del suo vissuto, mentre Malik è in preda ad una crisi esistenziale, causata da un vuoto affettivo e dall'incapacità dei genitori di comprenderlo ed amarlo. Tra loro scatta un bacio che li legherà per sempre. L’anno dopo Malik ritorna e tra loro nasce un sentimento forte ed intenso. Ma la vita ha i suoi piani e le decisioni prese soltanto per il bene di chi si ama, in realtà si rivelano motivo di solitudine affettiva, rimpianti e tormenti interiori che non se ne andranno mai. Dopo 14 anni si rivedono. Lui ora ha 35 anni e lei 30. Sono due persone diverse, spente e diffidenti. Si sono persi ma ora, faticosamente, riescono a ricostruire la fiducia e un sentimento importante che li rende di nuovo vivi ed innamorati, come se il tempo non fosse mai passato. Ma di nuovo un’interruzione improvvisa e altri anni in cui rimangono separati, per poi ritrovarsi ancora e ancora, in un gioco infinito di incontri, di intrecci, di istanti e di attimi, che hanno il sapore del “per sempre”. Ma niente è come sembra o come appare, e potrete capire cosa intendo, soltanto leggendo!

“Ma io preferisco pensare che i grandi amori siano pianificati davvero, da qualche parte, nel grande disegno della vita. Destinati ad accadere, semplicemente. E nessuno può farci nulla se non arrendersi all’inevitabile.”

Malik e Elysia sono i protagonisti indiscussi di ogni pagina, anche se in età differenti, in altri anni, con altre canzoni, con esperienze e in momenti diversi. E poi di nuovo, ancora, ancora, ancora. Sempre loro, ancora, ancora, ancora… All’infinito e in uno scambio di attimi, di secondi, di giorni che durano un istante, di anni che sono battiti di ciglia, di decenni che si consumano in un alito di brezza. Ma questo non ha nessuna importanza, perché il tempo per loro non esiste, perché un secondo, un mese, un giorno o un secolo, ha il sapore dell’eternità, il gusto dell’infinito, il profumo dell’assoluto e il sapore del per sempre. Malik e Elysia abitano in un Universo sospeso, in una dimensione a sé, in sintonia con le loro anime, che sono essenza, pienezza e verità. Sono in una bolla in cui non esiste lo spazio, né il tempo e neppure le dimensioni, perchè l’amore è una frequenza, è una vibrazione, che scaturisce da una scintilla, quella che scocca dall’incontro di due cuori che già si conoscono, uniti al di sopra di tutto, anche di ciò che è considerato concreto e reale, seppur effimero, perché è veramente importante, soltanto ciò che è invisibile agli occhi.  

“Prima di rendermene conto, la mia mente ritorna a quattordici anni fa, a quel cerchietto con il simbolo dell’infinito. Un regalo un po’ azzardato per un amore cominciato da appena pochi giorni, ma quando hai poche delusioni sulle spalle e tutta la vita davanti non costa nulla sognare.”

Malik ed Elysia si incontrano quando sono giovanissimi e la loro storia si dipana senza sosta e tra innumerevoli complessità. Per tutta una serie di circostanze, la loro realtà si complica ulteriormente strada facendo, a causa del destino, dell’inevitabilità dei fatti, degli ostacoli della vita e di nemici misteriosi. Poi ci sono le rispettive azioni e reazioni che danno il colpo di grazia, pertanto in una nebbia soffocante e in una bruma silenziosa, i rimpianti si sprecano, i segreti si svelano, l’orgoglio ferisce, mentre il pregiudizio azzanna crudelmente, anche il cuore più impavido e onesto. Ma allo stesso tempo altrettanti sono i momenti indimenticabili, quelli carichi di magia, di malinconia, di tanti nuovi inizi e altrettante separazioni, ma in positivo, perché è una storia d’amore anche pregna di speranza, di sentimentalismo, di grandezza e di un qualcosa che sa trascendere, diventando assoluto, predestinato e unico. Dopo il finale aperto che ho interpretato come un nuovo inizio, nella sua valenza più astratta, positiva e ricca di speranza, non ho avuto dubbi nell’associare le vite di Malik ed Elysia, la loro storia e il loro amore, all’Uroboro l’animale simbolico raffigurato da un serpente che si morde la coda che, nel formare il cerchio, diventa il simbolo del Cosmo, dell’infinito e dell’eternità.

“Quello era uno che cercava qualcosa, te lo dico io. E sai perché lo so? Perché sono come lui. Sono una cercatrice anch’io. Cosa cerco? La felicità, ovvio. E l’amore. Quell’amore che dicono esista solo nelle favole ma al quale mi ostino a credere perché, dopotutto, ho solo quindici anni e tutta una vita davanti per dimostrare che si sbagliano.” 

Difficile parlare di questo romanzo con leggerezza, perché sfonda la parete del semplice romance per diventare altro. Déjà Vu offre mille spunti di riflessione. Talmente tanti che mentre leggevo, mi sono ritrovata a paragonarlo per associazione di idee e per le tante sfumature che ho colto in diversi passaggi, ad un libro di narrativa, un romanzo di formazione, un trattato di filosofia, uno studio sui miti ellenici, un manuale new age, un testo di fisica quantistica, uno studio sulle discipline esoteriche e sulle religioni orientali. All'interno ho potuto cogliere perle preziose, disseminate come fiori in un giardino di verità, oppure come tante conchiglie che ora si trovano tra la sabbia di quella famosa spiaggia di Itaca, dove una moderna Penelope aspetta con infinito amore il suo Ulisse che, come un viaggiatore senza tempo, rappresenta il cercatore. In questo caso Malik è alla ricerca di se stesso e nel farlo, si interroga sulle verità e i misteri della vita. Malik è alle prese con un viaggio interiore, ed è preda di una crisi esistenziale dovuta alla mancanza di amore e di quel vuoto che non riesce a colmare. Ma in altri momenti le domande sono altre, come lo sono le risposte della madre di Elysia

«L’amore non deve essere dipendenza» mi spiega, «o finisce per soffocare»

(…) «Lascialo andare. Permettigli di trovare la sua strada, e se è vero amore, prima o poi ritornerà. E allora sarà davvero quello giusto, perché non avrà bisogno di te per sentirsi realizzato»

I significati celati nei vari discorsi sono veramente tanti, gli stessi che hanno infervorato i più illustri pensatori moderni e del passato, mentre le verità sono disseminate come conchiglie che negli anni, hanno conservato il suono del mare, esattamente come la voce di un’eco che porta con sé innumerevoli consapevolezze. Un viaggio emozionante che mi ha trascinata all'interno di una clessidra, dove la sabbia scivola via, come gli anni tra le dita. Ma la clessidra, come la sua forma ricorda, non è altro che un infinito. Sono due universi capovolti, nei quali la sabbia rappresenta il tempo che scorrendo, va a riempire la parte sottostante, che diventa essa stessa una realtà simile ma diversa, che si specchia nel suo esatto opposto e contrario. Ciò che finisce qui, inizia in un altro mondo, pertanto il tempo, come insegna la fisica quantistica, anziché essere lineare come siamo portati a pensare, in realtà è multidimensionale, pertanto assoluto. E qui mi fermo, anche se potrei riportare altre riflessioni inerenti alla matematica del caos, ma prudentemente evito, soprattutto per non confondere le idee a chi è digiuno sull’argomento…e passare per una visionaria impazzita!(risata)

«Perché cammini con la testa all’ingiù? Guarda il cielo, non la terra. Se continui a fissarti i piedi sai quante cose ti perdi?»

Déjà Vu è un romanzo che non si conclude nella maniera classica. È un ossimoro, in quanto non esiste fine, ma soltanto nuovi inizi. Angelica Romanin apre continue parentesi che non chiude mai, per raccontare un viaggio dove la speranza si fonde con un messaggio d'amore estremo, nel quale il fulcro è la ricerca, la verità e la potenza di un sentimento che sa risiedere in ogni dove e resistere a tutto. Nell’eterna scacchiera della vita, si perpetuano incastri che non decidiamo noi, per uno strano scherzo del destino e nonostante il libero arbitrio. Il gioco non vale la candela se è l'orgoglio o la cieca rabbia a guidare le nostre scelte e decisioni, perché le conseguenze possono essere il rimpianto e la perdita del tempo, la nostra ricchezza più grande. È il racconto di due vite racchiuse in una spirale di eventi, fortunate per l’amore che hanno potuto condividere, ma diversamente per le occasioni mancate. Impossibile non pensare agli infiniti messaggi nascosti in questo romanzo, perché qui, tra queste pagine piene di segni neri, di punti e virgole, di frasi e paragrafi, si cela un universo di concetti che toccano argomenti, significati, nozioni, rappresentazioni e immagini diverse. Nulla è come appare e dietro alle tante parole, emergono verità inconfutabili, mentre si aprono voragini e spirali di ragionamento che è impossibile arginare. L’evento collegato al déjà vu non è che la punta dell'iceberg rispetto a tutto ciò che contiene questo romanzo emozionante, intenso, profondo e significativo. Non so come definirlo, se non come meraviglioso, per tutto ciò che riesce ad evocare in chi si sente un “cercatore”, affascinato a tal punto da guardare oltre per lasciarsi trasportare dai significati racchiusi nell’esistenza e non solo.

«Sei felice?» le chiedo. Alla fine è tutto ciò che conta. Il suo sguardo si appanna. «No» scuote il capo. «Non come vorrei.» «Nemmeno io. Ma per un qualche caso del destino, tu compari sempre quando ne ho bisogno.»

Una lettura coinvolgente e trascinante, quasi magica, merito della creatività di Angelica Romanin e del suo stile impeccabile, elegante, efficace e finemente descrittivo. Un viaggio attraverso i paesaggi greci senza mai dimenticare di infondere carattere ai suoi protagonisti che, nel corso degli anni, cambiano radicalmente personalità. Ogni volta è una ricostruzione, è un adattamento, per renderli credibili in ogni fase della loro vita, mentre maturano e vivono esperienze che inevitabilmente li segnano profondamente, per trasformarli nella versione adulta e diversa di loro stessi. Nel frattempo tutto il loro mondo cambia, mentre subentrano nuovi personaggi che si aggiungono a quelli già presenti dall’inizio, che ognuno alla sua maniera, sono gli artefici di incastri che andranno ad alterare le varie situazioni, modificando il tracciato narrativo. Un romanzo che mi è piaciuto in ogni sua parte, per la potenza dei messaggi racchiusi, i vari significati celati, la profondità espressiva e l’estrema originalità.

Vi saluto con un ultimo e bellissimo estratto, inserito nella parte iniziale dall’autrice, che a mio giudizio risulta perfetto ed emblematico per descrivere la storia di Malik ed Elyse. È un messaggio potente che alla fine, rileggendolo, mi fa venire di nuovo gli occhi lucidi, perché racconta di amore vero, di predestinazione, di errori e di inevitabilità, firmato da Charles Bukowsky. Buona lettura e alla prossima! (Fazzoletto please!)

“Sai cosa succederà a noi due? Ci cercheremo, ancora. Ci cercheremo nelle canzoni, nelle citazioni, nei libri. Ci cercheremo tra gli sguardi della gente. Magari la sera, che ci frega sempre. Avremo voglia di scriverci, ancora. Magari nei sogni, di entrambi. Nonostante tutte le litigate, nonostante i “con te ho chiuso”, “sei fuori dalla mia vita”. Ci penseremo di nascosto e fingeremo. Fingeremo il mattino seguente di aver pensato ad altro. Ci mancheremo, eccome. E questa sarà la nostra punizione. La punizione di non aver provato a tenerci quando tutto, tra noi, stava per crollare.”

Cristina Pisano
Ringraziamo l’autrice per la copia ARC 

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