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Recensione: Chiamami estate di Vera Demes

Titolo: Chiamami estate
Autore: Vera Demes
Editore: Self-publishing
Genere: Contemporary Romance autoconclusivo
Data di Uscita: 7 Luglio 2023
 

Trama

Sono la tua estate e tu sei il mio inverno. Opposti eppure necessari per sopravvivere.

Sorprendentemente blu.
Proprio come il mare.
È ciò che Sayf Moradi, diciottenne iraniana immigrata in Italia, pensa degli occhi di Niccolò Mansi, suo coetaneo e compagno di scuola quando, un giorno d’inverno, riceve da lui un aiuto inaspettato.
Niccolò è il ragazzo più popolare del liceo, capitano della squadra di rugby, carismatico, irruente e pieno di vita. Sayf è invisibile ma ha un mondo di parole e sogni che le palpita dentro.
Tutti e due sanno cosa sia la gentilezza e tra loro nasce un’amicizia vera, profonda, fatta di ironia e di interiorità, capace di scandagliare le loro anime e renderli più forti.
È l’anno della Maturità, lui sta per entrare all’Accademia Militare, lei all’università, ma in un’estate indimenticabile si promettono di restare amici per sempre.
Da Lucca a Bologna, dalla Versilia alla Grecia, dai teatri di guerra ai luoghi della loro adolescenza, Niccolò e Sayf percorrono la cresta del tempo cercando di non spezzare il filo che li unisce. Eppure qualcosa è cambiato e il loro rapporto si è trasformato in un fardello di parole non dette, sentimenti inespressi, scelte e gesti che possono far male.
Dopo dieci anni non potrebbero essere più distanti.
Lui è un ufficiale pluridecorato, lei un’operatrice in missioni umanitarie che cerca una risposta ai suoi perché.
Il legame è forte ma di mezzo ci si mette la vita.
Le prospettive cambiano, le distanze si dilatano, tutto si modifica e il dolore cancella la speranza.
E allora conta solo esserci l’uno per l’altra.
Come quando erano ragazzi.
Come se fosse estate.
La loro estate. Per sempre.

 
RECENSIONE

“Chiamami estate, amore mio. E non dimenticarmi. Io non ti dimenticherò.”

Sayf significa estate in lingua araba ed è con queste parole che la dolce Sayf riassume il rapporto che la unisce a Niccolò. 

Dopo cinque anni nello stesso liceo vivendo agli antipodi della gerarchia sociale scolastica, si conoscono. Il prode Niccolò mostra il suo animo nobile difendendo Sayf da chi la stava insultando e maltrattando. Sayf è la persona diversa nella società borghese e provinciale di inizio anni ‘90, è quella bella ma con la carnagione un po’ troppo scura, quella che ha una cultura diversa, che non festeggia il Natale e che ha anche l’ardire di essere intelligente e coraggiosa. Sayf in realtà non avrebbe avuto bisogno dell’aiuto di Niccolò, perché lei sa scavare dentro di sé per trovare quella forza che le permette di tenere la testa alta davanti a qualsiasi offesa e di non rinnegare mai le sue origini. 

“Non accettava di essere umiliata e odiava le ingiustizie. E più di tutto non si sarebbe mai vergognata di sé stessa e delle proprie origini.”

Sayf ha solo suo padre, un uomo saggio che scruta il mondo ringraziando sempre e mantenendo vivo l’amore per la moglie morta tanti anni prima. Amir ha cresciuto da solo sua figlia e le ha instillato la saggezza e la forza, la resilienza e la resistenza, la tenacia ma anche la testardaggine. Sayf vuole essere autonoma, non vuole aiuti e non vuole l’amore, ma poi trova tutto racchiuso in uno sguardo blu intenso e buono e tutto cambia. È qui che esce il carattere di una diciottenne che crescendo e diventando donna deve accettare quello che il suo cuore la prega di capire: amare non è debolezza, amare ed essere corrisposti è il compimento di un miracolo. Certo tutto sarebbe molto più facile se Niccolò non fosse un testone uguale con gli stessi istinti di altruismo, di bontà e giustizia, ma anche testardaggine, tanta testardaggine. 

La forte contrapposizione iniziale che vede Sayf amata solo dal padre con pochi soldi e molti sogni gonfi di grande altruismo e Niccolò come rampollo di una famiglia grande e benestante si sgretola quando entrambi si ritrovano soli nel mondo con poche certezze alle spalle, tanti ideali e molta speranza. Sayf e Niccolò sembrano essere spesso agli antipodi, come la pace e la guerra, ma solo conoscendo la profondità dell’animo di Niccolò si capisce quanto entrambi siano operatori di speranza. 

Il loro tacersi le confessioni più vere e profonde, i silenzi che si impongono per non mostrare i veri sentimenti, mi hanno riportato a quando pure io, loro coetanea, mi nascondevo dietro parole non dette per paura di non essere capita. 

“«E come vorresti che fosse?». 
«Cosa?». 
«L’amore». 
«Vorrei… beh, vorrei che mi facesse sentire a casa… cioè… nella persona di cui m’innamorerò vorrei ritrovare ciò che ho perduto».”

Vera è un’autrice che leggo certa di trovarmi per le mani un libro intenso e ricco di emozioni contrastanti. I suoi personaggi non sono mai perfetti e irreali, ma uno spaccato di vita reale con tutte le contraddizioni che vivono in noi poveri mortali. Sayf, per quanto eccezionale, non si comporta sempre bene con Niccolò e neppure con se stessa e anche lui, per quanto lo abbia amato e capito, ha un caratterino impegnativo, ma decisivo per la carriera che intraprende. L’ambientazione, per la parte italiana, mi ha riportato sulle spiagge della Versilia, nelle città toscane ed emiliane e sono state quel plus che mi ha fatto amare ancora di più questo libro riportandomi a quando con la bicicletta cercavo le spiaggette segrete con gli amici. 

Per me resta uno dei libri più originali e belli letti in questa calda estate. 

Buona lettura! 
Annalisa 

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