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Review Tour: Undone di Francesca Marcelli

Titolo: Undone
Autore: Francesca Marcelli
Editore: Self-publishing
Genere: Romance di formazione
Trope: Second Chance, Angst
Data pubblicazione: 20 Giugno 2023
Pagine: 307
Autoconclusivo: Sì
PoV: doppio


Trama

Lavinia rientra in Italia dopo quasi tre anni. Tornare al punto di partenza non è mai facile, soprattutto se quando sei partito hai lasciato la tua vita sospesa a un unico attimo. Quello che ti ha annientato, spazzando via ogni cosa di te. Ogni sogno, certezza e promessa.
Tutto incompiuto.
Ad attenderla trova gli stessi problemi dai quali aveva tentato di fuggire.
Tutti più uno.
Alberto è stanco di vivere una vita interrotta, in bilico fra speranza e disperazione, ed è determinato a uscire dalla spirale di smarrimento e autodistruzione nella quale entrambi sono finiti. Costi quel che costi.

“Se dovessi essere io a spezzarmi, la prossima volta, lei cosa farebbe? Proverebbe a salvarmi o mi volterebbe di nuovo le spalle?”


RECENSIONE

Buongiorno amiche lettrici, amanti dei romance che raccontano la vita, con quella sfumatura di Angst che perdura quasi fino all’ultimo, mentre accompagna i protagonisti attraverso un percorso di sofferenza per poi condurli finalmente alla rinascita, dopo il verificarsi di un evento che ha determinato un tracollo emotivo che ha segnato le loro vite profondamente, fino a tracciare un confine tra un prima e un dopo. Tutto ciò che era stata la loro vita in precedenza, si è ribaltato nell’esatto contrario, esponendo il loro mondo ad un assalto al quale non erano preparati, perché nessuno mai è abbastanza pronto per affrontare ciò che non ci sia aspetta. Nessuno ha insegnato a Lavinia e ad Alberto come sopportare ciò che mai avrebbero pensato possibile, pertanto si sono ritrovati persi nelle loro rispettive solitudini e senza difese, di fronte ad un momento talmente cupo e destabilizzante da spezzarli, trasformando la loro realtà, i loro sentimenti e le loro emozioni, in un concentrato di schegge impazzite, mentre tutto ciò che era stato non può più essere. Un romanzo di introspezione, intimistico nel quale una storia d’amore naufragata diventa il punto focale dell’intera vicenda, mentre i personaggi principali profondamente feriti nell’animo, sono costretti a fare i conti con la sofferenza che è diventata quella sottile, feroce e costante presenza, quello strascico pungente e sfibrante che continua a mordere perché è sempre viva, forte ed intensa, mentre si diverte a dilaniare i cuori, nonostante il tempo trascorso. Sono passati quattro anni, ma sembra ieri, mentre cercano di trovare il modo di contrastare le conseguenze di quel momento che li ha colpiti talmente forte da generare la successiva implosione, causa diretta od indiretta, a seconda delle opinioni dell’uno e dell’altra, della fine della loro relazione. Ciò che è successo non è imputabile a nessuno, se non al destino, anche se l’orgoglio, l’immaturità, l’incapacità di ascolto, il rancore, l’egoismo e la testardaggine, hanno sicuramente contribuito a dare il colpo finale, a ciò che era già stato compromesso.

“Restiamo in silenzio per un tempo che sembra dilatarsi all’infinito, ci fissiamo e sembra quasi che tra di noi passino tutte le parole che non ci siamo detti negli anni e che non riusciamo a dirci nemmeno adesso. Così, mi scosto di lato e lo faccio entrare, senza parlare , senza salutarlo, senza dire niente. Come due estranei che si sono incontrati per caso a casa di amici comuni.”

Ciò che ne è scaturito ha investito potentemente le loro esistenze che non hanno saputo reggere all’onda d’urto ed è un vero peccato, perché Lavinia e Alberto si amano da sempre e hanno visto crescere il loro amore fin da ragazzini, quando sotto un tetto di stelle nella casa al mare di famiglia, si sono scambiati il loro primo bacio che sapeva di giusto, perfetto e di inevitabile. Si sono amati con la gioia, la passione e la felicità della scoperta, delle loro prime volte, sempre insieme, sempre uniti, così come lo sono i loro genitori, amici da una vita e vicini di casa, che hanno visto nascere il loro sentimento come una conseguenza logica, normale e legittima, dovuta alle loro affinità, incendiate da un desiderio quasi febbrile e favorite dalla loro continua e quotidiana frequentazione. Due famiglie che hanno creato le loro tradizioni e le loro consuetudini, la domenica a pranzo insieme, una volta a casa di uno e la domenica dopo a casa bell’altro, mentre i figli crescono, si punzecchiano, giocano e si innamorano. Questo è successo a Lavinia e ad Alberto, mentre Marco il fratello dell’una e Federica la sorella dell’altro, fingono di non piacersi, anche se continuano a provocarsi e a fare chissà che altro. Le loro famiglie non li hanno lasciati soli, si sono strette loro attorno e insieme hanno sofferto, diventando una coperta calda e soffice, pronta a stringerli e a sostenerli, ma se tra Lavinia e Alberto, anziché l’amore scorre soltanto l‘indifferenza, la freddezza, il distacco, l’incomprensione, l’incomunicabilità, il rancore e l’odio, è impossibile dare loro una mano, se sono i primi ad avere il caos dentro. La verità è che si sono allontanati ognuno per le proprie ragioni e si sono persi, soprattutto quando lei ha deciso di trasferirsi in Spagna per iniziare una nuova vita. Per Lavinia si è trattata di una fuga che però Alberto non le ha mai perdonato.

“Mi godo la sensazione di benessere che ne consegue: la respiro, l’assaporo, consapevole che quando i motori si spegneranno e l’aereo si fermerà, sarò nuovamente costretta a fare i conti con i miei problemi. Tutti più uno, mi ricorda la mia coscienza. Sì, perché tornare in Italia non significa solo respirare di nuovo l’aria di casa, riabbracciare la mia famiglia e i miei amici, ma vuole dire anche rivedere lui, l’uomo dal quale ho creduto di dover scappare per tutti questi anni. Sì, adesso so che era solo da me stessa che mi stavo nascondendo, ma esserne consapevole non mi ha aiutata a trovare un modo per guardare i miei problemi in faccia, per affrontarli e riuscire a stare meglio. “

Il romanzo è suddiviso in due parti distinte che dividono la storia a metà. Nonostante i pov alternati, è Lavinia che detta i tempi narrativi, perché ciò che differenzia la prima dalla seconda parte è la sua capacità di elaborare gli eventi per poi riuscire a parlarne. Anche se è stata lontana per quasi tre anni, non riesce ancora ad affrontare il suo dolore, ma ha deciso di lasciarlo in standby sicura che il tempo l’avrebbe aiutata. Invece mai pago ma al contrario, sempre troppo affamato di sofferenza, è pronto a evadere da quell’angolo nel quale è stato accantonato, sgusciando fuori dall’ombra per colpire duro ogni volta che lei abbassa la guardia. Si è illusa che mettendo dei chilometri tra se stessa e coloro che hanno fatto parte della sua vita, tutto si sarebbe risolto da sé e che al suo ritorno avrebbe trovato ogni cosa come l’aveva lasciata, compreso Alberto, il suo primo e unico amore, che non è mai riuscita a dimenticare. Ben presto l’amara verità viene a galla: niente è rimasto uguale e la vita è andata avanti per tutti, tutti tranne che per lei, ancora ancorata a quel giorno, in quel limbo in cui si è cristallizzata, immobile e sospesa, in quella bolla di silenzio dalla quale non riesce ad evadere. E’ un mostro che sa rubarle il respiro, la parola e ogni possibilità di vita. E’ un nodo scorsoio che le stringe il petto e le strangola la gola, ma per quanto Lavinia sia in affanno, non si decide a piegarsi alla verità, ma si accontenta di sopravvivere, tra una crisi e l’altra, tra un pensiero, un incubo e un tormento che non trova via d’uscita. Ma nel corso delle settimane succede qualcosa, una serie di situazioni l’aiutano a decidere e finalmente affronta la paura, fino a scoperchiare quel vaso di Pandora che tiene nascosto dentro di sé e dietro all’anta di un mobile che sempre più forte grida il suo nome. La fine della prima parte e l’inizio della seconda, segna il cambiamento. È il primo passo verso l’accettazione e la rinascita.

“(..) allungo la mano e le dita si fermano a mezz’aria, indecise se proseguire. Le avvicino e il cuore esplode, le ritraggo e il cuore sanguina. Non sono pronta. Non ancora . E quando sento che il respiro inizia a mancare mi raddrizzo di scatto. «La prossima volta, Lavi» sussurro a me stessa ruotando la testa a destra per vedermi riflessa nello specchio. È la menzogna che mi racconto da anni, ogni volta è la prossima, mai adesso."

Con la seconda parte anche noi conosciamo il motivo della sofferenza, ma non sappiamo ancora tutto nel dettaglio, perché ogni cosa ci sarà svelata nel suo complesso poco per volta, mentre soltanto al termine sapremo come va a finire. Alcuni personaggi si affacciano e prendono il loro posto regalando aspettative ed insieme ad esse, la speranza di una vita diversa e altrove. In questo Francesca Marcelli è stata veramente molto abile, nel centellinare le informazioni raccontando molto senza però svelare tutto, ma disseminando lungo il percorso narrativo tanti piccoli suggerimenti che hanno avuto il merito di alimentare la curiosità e l’interesse, spingendo il lettore ad immaginare una serie di finali, oltre alle motivazioni tra le più disparate, come causa del dolore e della sofferenza che hanno segnato sia Lavinia sia Alberto, anche se quest’ultimo è preda ai morsi di un rancore, di una rabbia e di un odio causati anche ad altro. Confesso di aver ipotizzato un altro finale, perché ogni cosa mi è stata chiara soltanto alla fine, mentre ciò che all'inizio mi sembrava solo un sospetto si è poi trasformato in una certezza. Per questo motivo potrei azzardare l’idea sia anche un romanzo d’indagine per la fitta rete di incastri, di possibilità, di alternative che adombrano e confondono ogni aspetto, mentre fino all’ultimo ci si scopre in attesa di comprendere ogni sfaccettatura nella sua interezza, compreso l’epilogo che ad un certo punto sembra deviare altrove, per poi riprendere il percorso tracciato, riposizionando ogni tassello al suo posto per ottenere una visione d’insieme e sedare così ogni curiosità e immaginazione.

«Sono quasi quattro anni che non va bene niente, Alberto, dovresti saperlo.» Sospiro, per confortare me stessa più che altro. «Ma magari sei troppo impegnato per ricordartene.» «Io ricordo tutto , sempre, ogni giorno,» mi sibila contro, con un risentimento nella voce che non gli avevo mai sentito «da quando mi sveglio a quando vado a letto, solo che a differenza tua ho scelto di vivere.»

Non posso dire di più perché è un racconto tutto da scoprire, che profuma di un’essenza che sa di originalità, ma non quella chiassosa, vistosa o appariscente, ma quella sottile, cauta, gentile e tranquilla ma che riesce ad evadere ugualmente dai soliti cliché. È un romanzo di introspezione, intimista dove i personaggi parlano di ciò che provano mentre seguono i loro pensieri sviscerando tutto ciò che sentono, ponendosi delle domande alle quali cercano di dare delle risposte, che a volte non arrivano, ancora troppo invischiati emotivamente nelle varie situazioni. L'autrice ha la capacità di mettere su carta ogni emozione, quelle che i suoi due protagonisti vivono attimo dopo attimo. Raccoglie e cattura la loro emotività, attraverso i gesti, gli sguardi, i movimenti e li esprime con le parole che sanno descrivere concettualmente ogni palpito emotivo, quello che attraversa lo sguardo dell'uno e dell'altra, fermando l'attimo rendendolo vivido e reale, attraverso un linguaggio che trasmette semplicità e chiarezza. Tratta ogni momento con tranquillità raccontando ciò che accade, descrivendo i luoghi, gli ambienti e ciò che fa da contorno alla scena principale fondendo lo spazio e l’emozione, fino ad espandere ciò che è intimo al di fuori del soggetto stesso, per abbracciare l'ambiente circostante che racchiude anch’esso un significato e una motivazione. È un romanzo interiorizzante nel quale i protagonisti affrontano ognuno a suo modo l'evento che ha frantumato le loro vite. Racconta lo schiantarsi di un sogno che ha fatto vittime e ha lasciato dietro di sé le macerie di un rapporto e di un'intesa che sembrava destinata a durare per sempre. Invece per quasi 4 anni il filo invisibile che univa due anime affini, si è assottigliato a tal punto da risultare inconsistente, anche se la mente, il ricordo e il pensiero non ha mai smesso di tenere unito quel legame indissolubile che la vita, l'irrazionalità, l'incapacità di guardare al di fuori di sé stessi per comprendere l'altro, ha nel loro caso determinato il caos. La vita di Lavinia è rimasta sospesa, mentre quella di Alberto è ricominciata sorretta dall'odio e dal rancore, emozioni che rappresentano l'altra faccia dell'amore e del desiderio.

"Per tutta la sera ho avvertito il suo risentimento appollaiato sulla spalla perché, se io sono emotivamente bloccata su un binario che non mi permette di andare né avanti né indietro, lui si è accomodato nella carrozza del rancore."

La parte più dinamica è la seconda, quella che vede Lavinia emergere dalla nebbia, approfondire una conoscenza, frequentare chi può aiutarla mentre si avvicina un Alberto che scalpita di ferocia perso nei fumi dell’odio anche se tanto odio forse non è, ma questo lo sa anche lui, come l’intera famiglia allargata che amorevolmente li circonda. Ma è troppo arrabbiato, orgoglioso e vendicativo per ammettere ciò che il corpo brama, la mente desidera e il cuore anela. Come ho già detto, è una storia che mi ha catturato per la bravura di Francesca Marcelli nel saper descrivere le emozioni, attraverso tanti piccoli gesti, così incredibilmente dettagliati da risultare esattamente quelli che ti aspetteresti da una persona che vive ciò che Lavinia prova e anche ciò che agita interiormente Alberto. Questo denota una particolare sensibilità e altrettanta emotività, perché solo chi sa guardare la realtà attraverso gli occhi del cuore può descrivere in mondo così vero come riesce a fare Francesca, con attenzione, cura, sentimento, intensità e delicatezza che non è una caratteristica di molti ma patrimonio di pochi.

“Inspiro e i polmoni si riempiono di ossigeno. Espiro e nel farlo riesco a sentire il mio cuore battere. Inspiro ancora e alzo la mano per bussare alla porta. Espiro, la riabbasso e mi sembra di impazzire. Inspiro di nuovo e, quando dalla soglia si inizia ad allargare uno spicchio di luce, alzo gli occhi e davanti a me ritrovo il mio passato nei due occhi nocciola che mi fissano”

Vi saluto lasciandovi con un estratto che racconta un lato di Alberto che non vi ho ancora rivelato. Alberto è un musicista che si esibisce nel pub della città il mercoledì sera e che proprio come un’artista, sa esprimere attraverso la musica il suo mondo interiore e quell’universo emotivo che non sa gestire. Per questo motivo Undone può anche essere definito un Music Romance, per la colonna sonora che riesce a mettere l’accento ai momenti più densi di significato, mentre il testo delle canzoni entrano a fare parte del racconto. Alla prossima e buona lettura!

“Intona il testo di “Another Love” di Tom Odell e lo fa con una tale rabbia che sembra voler lanciare coltelli insieme alle parole; mi annienta con la voce, mi devasta con la rabbia e poi mi ridà vita, mi rimescola e mi rimette insieme perché è il nostro amore quello di cui sta cantando. Forse non se ne rende neppure conto, ma mi sta dicendo che per noi due ha versato tutte le lacrime che aveva e ha sofferto come non aveva mai fatto e, per quanto ci provi o per quanto lo voglia,(…) sostituirà mai quello che c’è stato tra noi. O magari lo sa ed è proprio questa consapevolezza a renderlo infelice e a spingerlo a cantare con rabbia."

Cristina Pisano

Ringraziamo l’autrice per la copia ARC

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