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Recensioni: Prince of Ice di Daria Torresan e Brunilda Begaj

Titolo: Prince of Ice
Autore: Daria Torresan e Brunilda Begaj
Serie : The Blackwood Castle Series Vol. 2
Protagonisti: Kay & Snow
Genere: New adult, Sport romance, Retelling (rivisitazione in chiave moderna de La Regina delle Nevi)
Trope: Soft bully, Hate to love, Enemies to lovers
Data di pubblicazione: 13/02/2023
Edizione: Self Publishing
Pagine: 318


Trama 

Occhi azzurro cielo, ciglia come neve.
Così mi descriveva, un tempo, Kay Walsh, il mio amico d’infanzia.
Eravamo inseparabili noi due, fino al giorno in cui, senza un motivo, mi aveva eliminato dalla sua vita.
Di punto in bianco era cambiato: aveva perso il suo sorriso genuino e la luce nei suoi occhi.
Aveva iniziato a deridermi, a umiliarmi, a provocarmi. Con un colpo di spugna, aveva cancellato tutto il nostro passato.
Inutile cercare di evitarlo, lui era il wing della squadra di rugby della Blackwood Academy.
A lungo avevo sperato che tornasse a essere l’amico di sempre, finché mi ero dovuta arrendere. Dovevo solo affrontare il mio ultimo anno di liceo e non avrei avuto più nulla a che fare con Kay.
Ma in un anno potevano accadere un sacco di cose.
Come rendersi conto di essere innamorata del proprio bullo.

Lady Snow Lennox non era solo la figlia del Duca di Highfield. Lei era stata la mia compagna di giochi, la mia confidente. La persona che meglio mi conosceva al mondo.
Ed era proprio per quella sua capacità di leggermi dentro che avevo dovuto allontanarla.
Lei non doveva sapere. Non doveva vedere.
Credeva che tutto potesse aggiustarsi, ma non avrebbe potuto aggiustare me.
Io non ero spezzato.
Ero irriparabile.

 
RECENSIONI 

Per la seconda volta, ho varcato il portone massiccio ed imponente del Castello di Blackwood, il centro di un mondo incantato, che ora si sviluppa in un universo a parte, a cavallo tra le gelide sfumature nordiche senza tempo e le ambientazioni più attuali, tra i colori, gli odori e i paesaggi scozzesi. E’ il palcoscenico perfetto per il secondo capitolo di questa strepitosa Serie, pensata, reinventata e pubblicata da nove autrici che si stanno rivelando un concentrato di bravura e creatività. Ho oltrepassato la soglia dell’elegante ed algida dimora, e mi sono tuffata in un’altra storia, questa volta ne “La Regina delle Nevi” rivisitata in chiave moderna e magistralmente raccontata da due autrici di talento, Daria Torresan e Brunilda Begaj, che sono riuscite ad aggiungere ulteriore fascino ad una favola già bellissima, caratterizzata da una trama decisamente articolata e complessa, che racchiude dentro di sé, profondi messaggi e altrettanti significati. Nel romanzo sono tanti i riferimenti alla fiaba, così abilmente inseriti nel nuovo contesto da apparire quasi casuali, ma io mi sono divertita e alcune volte emozionata a coglierli, come fossero tante piccole perle disseminate lungo il percorso, così difficile, tormentato e sofferto che ha contrassegnato la storia di Snow e Kay.  

Le due autrici si sono dimostrate delle vere maestre nel saper scatenare un vasto spettro di emozioni, e non mi vergogno a confessare, come in diversi momenti del racconto, mi sono lasciata travolgere dalla rabbia, per poi sorprendermi, poche pagine dopo, annientata dallo sgomento, lacerata nell’animo e turbata nel profondo, mentre il cuore mi si stringeva nel petto. È stato un percorso turbolento ma magnifico, talmente intenso, da portarmi a leggere le ultime righe di “Prince of Ice” con le lacrime agli occhi. Ma non pensate al peggio, perchè il lieto fine è assicurato, anche se la storia di Kay e Snow, risulta veramente commovente e per molti aspetti, anche dura, cruda e crudele. Tanti sono i momenti in cui l'odio prevale sulla ragione, mentre i sentimenti appaiono sconfitti, nel procedere di pari passo con le inquietudini e i tormenti del protagonista che, per infinite ragioni si è meritato a pieno titolo il soprannome di “Principe di ghiaccio”, soprattutto per il modo in cui ha reagito ad un destino che si è accanito senza pietà contro di lui, nella maniera più subdola e strisciante. Le schegge di vetro che hanno ferito i suoi occhi e trafitto il suo cuore gli impediscono di essere ciò che avrebbe voluto, mentre il senso della vergogna e del disgusto lo ha sopraffatto e l’ha convinto di essere indegno di molte cose, delle quali invece, è in pieno diritto. Un'anima afflitta e sofferente, quella di Kay, segnata da un incontro con chi si è dimostrato diverso da ciò che sembrava e da ciò che avrebbe dovuto essere.

"Ci insegnano che i mostri vivono nelle favole, che si nascondono dietro l’ombra degli incubi. Ci insegnano che a volte hanno aspetti umani e risiedono in mezzo a noi. Ciò che non ci dicono è come salvarci quando questi abitano sotto il nostro tetto."

Una regina di nome e di fatto ha gelato il cuore puro di Kay ferendo i suoi occhi, due perle di onice nero, mentre affondava lame di solitudine e silenzio, nell’animo provato dal disgusto per se stesso. Kay, come nella fiaba di Andersen si è ritrovato stritolato in una morsa di gelo, talmente indurito e permeabile all’emozione, da aver congelato ogni suo sentimento e ricordo. Sbagliato, rotto, frantumato, ma Snow con il suo coraggio, la sua forza interiore e il suo ardore, eterea nell'aspetto ma guerriera nell'animo, non si è arresa, e mai ha creduto a ciò che Kay mostrava di essere. Qualcosa ancora luccicava lì in fondo al tunnel e lei l’ha percepito. Seppur sofferente e profondamente ferita dalla cattiveria e dall’odio di lui, il bullo che la tormenta, non si è mai lasciata abbattere, perché l’amore che prova per il suo amico d’infanzia le fa guardare oltre, per cogliere ciò che sembra impossibile, ma che lei in cuor suo, continua imperterrita a sperare. Ci crede, ne è convinta, anche se a volte tentenna. Mentre è sul punto di rinunciare a lui, pronta a sprofondare nel baratro della solitudine e del vuoto del cuore, per lasciarlo andare definitivamente, ecco che un battito di ciglia, una fugace ombra nello sguardo di Kay, riesce ad alimentare la fede e a risollevare la speranza, che torna ad animarla più forte che mai. E’ un continuo gioco crudele. Lui la cerca, la vuole, la illude e poi scompare, ma lei accetta l’inaccettabile, perché vede qualcosa che è chiaro soltanto a lei. Quando finalmente gli eventi si allineano per farle comprendere la verità, ecco che Snow riesce ad imboccare la strada giusta per raggiungere il cuore di Kay, già riscaldato dalle sue lacrime, per salvarlo da se stesso e dal vuoto dell’anima.  

“Qualcosa che lui nascondeva a tutti, ma che non poteva nascondere a me che lo conoscevo da una vita. Ma non avevo ancora trovato il pezzo di specchio che si era infilato nei suoi occhi e nel suo cuore, ferendolo e trasformandolo in un ragazzo pieno di rabbia e cattiveria.”

Le due autrici sono state veramente molto abili nel mantenere la stessa atmosfera, che potrei definire di "magica inquietudine" per l'intero romanzo. C'è sempre un sottofondo di mistero, una continua malinconica e fatata melodia che si insinua tra le righe, avvolgendo ogni cosa, a cominciare da Snow, così insolita, eterea, ma potente e tenace. Un personaggio che mi ha catturata dal primo momento che ha fatto il suo ingresso in “Wolf's Kiss”. Sembra quasi un’apparizione, una figura che si stacca dalla materialità, perché fatta di essenza e di musica, mentre è lei stessa musica. Aggraziata, si muove nei vari ambienti, ed appare pulita, ingenua, bianca e trasparente, luminosa per la lucentezza della sua anima, che è al di sopra di ogni umana cattiveria. Sembra un Essere di un'altra dimensione, trascendentale ed incorporea, dominata dalle frequenze, dagli accordi e dalle armonie che suona sfiorando in punta di dita, le corde del suo strumento angelico. Una figura rubata al mito, dove però l'apparenza inganna, perché sotto l'esteriorità nasconde una forza d'animo, una costanza e una rettitudine interiore che diventano le sue caratteristiche ed “armi” migliori. Snow è buona, comprensiva, generosa, sensibile, amichevole, amabile, accogliente, umana, saggia e materna. Anche se cela un’anima ribelle che tenta di soffocare, rappresenta il tripudio ed il concentrato delle qualità attribuite al femminile.

Se penso a Kay e Snow li percepisco come due essenze contrapposte che nel contrastarsi si fondono, completandosi a vicenda. Sono l’emblema dell’energia femminile e maschile, sono il cielo e la terra, il bene e il male, il pieno e il vuoto, dove uno dei due non può esistere senza l'altro. Kay è corpo e materia, mentre Snow è spirito ed essenza. Se Snow incarna in sé tutte le caratteristiche femminili, Kay è la rappresentazione di quelle maschili. È fisico, potenza, carnalità, sessualità e materia. La sua forza è racchiusa nel corpo massiccio, muscoloso ed atletico che si esprime attraverso l'istinto, la “caccia” ed uno sport virile come il rugby. Dominato dalla rabbia, in preda alla fame e all’istinto, Kay è azione dinamica, è energia pura e troppo spesso scoordinata, che prende forma impattando nella realtà, dove la mente tende a controllare, perché il razionale in Kay è dominante. Ma l'istinto ha la meglio su di lui e si trova spesso a cedere di fronte a ciò che il corpo chiede. Maschio in tutto, nella possessività, nell’istinto di protezione, nell’irruenza, specialmente quando è “entità distaccata dall’interezza e quindi privo di perfezione”, ovvero nella versione “Kay frantumato” solo e senza Snow, mentre si convince e decide di non saper più amare.

Ma esiste un filo sottile che non si spezza, e mai lo farà, anche se il cuore di Kay si è indurito, mentre il suo vero se stesso si è trincerato ed è caduto negli abissi e nel buio, là dove non può più sentire nulla. È un collegamento che unisce due anime, e che resiste ad ogni bordata e colpo di Kay, che indomabile, tira, strattona, si ribella, si agita per non trascinare nel fango chi è talmente pura da risplendere di una luce accecante. Si intuisce tra le righe il peso della solitudine che divora entrambi, ma tra i due è Kay l’anima tormentata, mentre Snow inconsolabile, soffre di riflesso. Nessuno può amare un essere che sguazza nella melma. Più Kay si rotola dentro, meno riesce a dire di no e più si odia e si fa ribrezzo. Come può Snow volere un’anima persa come lui? Mai saprà capire e quindi nessuno riuscirà a salvarlo dall'orrido in cui è precipitato. Se solo fosse capace di resistere alla tentazione! Se solo riuscisse a sfuggire alle subdole pretese… ma il rischio è perdere tutto e ritrovarsi in una situazione disperata. La minaccia è reale e striscia come una serpe lasciva, che non molla la presa. All’inizio quello di Kay, non è un atteggiamento consapevole. Chiuso nel suo dolore, celato sotto la spessa lastra di ghiaccio, sa provare soltanto odio anche nei confronti di chi troppo gli ricorda la sua vita spensierata. Ma a poco a poco la fortezza artica si sgretola e la consapevolezza affiora come uno shock. Il risveglio fa paura, ma se accanto a lui c'è come sempre Snow, con i suoi occhi di cielo e le sue ciglia di neve, tutto diventa meno terribile.

«Non riesci proprio a non offendermi, vero? Per un attimo mi era parso che il vecchio Kay fosse tornato.» Irrigidii i tratti del viso, all’improvviso allarmato dalle sue parole. «Hai pensato male. Quel Kay è morto e sepolto.» La guardai dritto negli occhi colore del cielo, le folte ciglia bianche erano una spruzzata di neve sulla pelle lattea. «Dimenticalo»

Snow è un personaggio femminile incredibile, per le tante sfaccettature della sua personalità. L'ho amata veramente molto per la sicurezza che dimostra quando Kay la schernisce, non solo per la sua passione per l’arpa, ma anche per sua fisicità. Eppure lei non si lascia scalfire, affronta la vita a testa alta, accetta se stessa e si ama per il suo aspetto, indossando i colori e gli abiti che sanno renderla una creatura bellissima e quasi magica. Snow incanta non soltanto per l'aspetto indubbiamente insolito, ma soprattutto per la forza del carattere che più di una volta, durante il racconto viene sottolineata. L'aspetto è etereo, quasi trasparente, ma lei interiormente è ben altro! Possiede uno spirito indomabile, è selvaggia ed è guerriera nell’animo. E’ una fiera ed orgogliosa donna scozzese. È un’amazzone che cavalca con i capelli al vento e il viso chiaro e delicato esposto alle rigide intemperie, pronta a sedere sul sellino della moto, tenendosi a Kay, mentre sfreccia nella notte satura di promesse e di speranze. Fiera delle sue origini, della sua unicità, ma poco incline alle regole e alla forma, pretesa dal rango a cui appartiene

"La notte in cui venni al mondo, nevicava. Mamma, quando ancora era in vita, diceva che i fiocchi di neve si erano posati su di me, imprimendosi nella mia pelle per sempre. Per quel motivo mi aveva chiamata Snow. Perché ero bianca come la neve. Tutto in me era latteo, salvo i miei occhi, che erano di un timido azzurro. Secondo mia madre, la mia particolarità era un dono: non faceva di me una persona diversa, ma mi rendeva unica."

In tutta questa meraviglia di romanzo, ho colto una delle tante sfaccettature racchiuse nella fiaba di Andersen, che ha come filo conduttore il viaggio, inteso come percorso di crescita e maturazione, che include il cambiamento e la metamorfosi in ogni sua forma, in sintonia con l’esistenza che sinonimo di movimento e trasformazione continua. In questo caso pone l’accento sul mutamento di Kay e la sua rinascita, sottolineando la sofferenza di chi, nel cercare di proteggersi rinuncia ai sentimenti diventando sterile ed inutile, e così facendo, si obbliga ad una diversa forma di sofferenza, ovvero alla freddezza e all'indifferenza. Anche Snow durante il romanzo, è protagonista di una profonda trasformazione. Nel lungo viaggio per ritrovare il suo Kay, che sembra essersi smarrito, scopre di riuscire a superare tutte le dure prove che è obbligata ad affrontare, per arrivare fino a lui. Nel patimento, prende coscienza della propria tenacia diventando sempre più forte, fino ad arrivare ad affermare la propria natura ed identità, ribellandosi al volere del padre, il severo e rigido Bruce Lennox, il Duca di Highfiel. Ed è proprio nel momento in cui prende coraggio e decide di opporsi a lui, che ottiene quello che ha sempre cercato, ovvero il suo rispetto e la considerazione che merita. Dopo aver passato un'intera esistenza a compiacerlo, soffocando la propria natura, per renderlo fiero e meritarsi il suo amore, ecco che ottiene ciò che non ha mai avuto prima… ed è proprio ciò che il duca stava aspettando.  

Questo percorso di crescita che tocca entrambi i personaggi è un punto importante anche nella fiaba di Andersen. Kay e Snow devono affrontare le loro paure più profonde, per poter essere finalmente felici insieme. Snow dimostra di saper affrontare le avversità, contando solo sulle proprie forze. Ha sempre avuto tutte le capacità di cui aveva bisogno, ma non sapeva di possederle. Kay invece, grazie all’amore di Snow, soltanto al termine, si renderà conto di quanto siano state illusorie ed infondate le proprie convinzioni e, quando troverà la forza di affrontare ogni cosa, potrà chiudere definitivamente il cerchio, dare l’addio al passato per costruire una nuova vita.

Mentre leggevo mi sono accorta che diversi personaggi sono stati utilizzati “come tramite” per collegare il romanzo alla fiaba di Andersen, due storie simili per alcuni aspetti, ma diversissime per altrettanti. In particolare non posso dimenticare la cuoca Martha e i suoi magici infusi, ma al di là di questo, i protagonisti della The Blackwood Castle Series, hanno consolidato le impressioni avute leggendo il primo volume, mentre altri si sono fatti conoscere un po' di più, rivelando sfaccettature caratteriali inedite, che hanno contribuito ad ampliare e a riconfermare tutto il loro fascino. Wolf, con il suo magnetismo ha attirato molte delle mie parole, nella mia precedente recensione, ed ora riconferma il fatto di essere insuperabile nell’affrontare il padre con diplomazia, ma soprattutto con la risolutezza tipica del predatore. Lui è l’unico Lupo, davanti al quale anche il Duca è costretto a cedere. Si affrontano e Wolf vince lealmente, perché contrariamente al padre, sa mantenere le promesse e possiede un'etica e una morale alla quale non intende rinunciare. Prima di conoscere Rose era pronto a tutto, pur di arrivare ai propri scopi, ma per fortuna anche in lui, grazie all’amore di Rose ha subito un'evoluzione.

“Erano diversi, sì, ma complementari. Erano le due facce della stessa medaglia. L’uno sollecitava la parte latente dell’altro: Al faceva emergere la componente riflessiva di Wolf, e Wolf quella dominante di Al.”

Alistair fa la sua apparizione anche in questo romanzo e si riconferma un uomo misurato e distinto con un’eleganza innata e un cuore d’oro. Snow tenta di aprirgli gli occhi, riguardo le proprie scelte, consigliandolo con dolcezza e molto tatto. Nonostante la giovane età, la più giovane dei Lennox dimostra di possedere molta saggezza e sa comprendere quando è ora di fermarsi, di non rincarare la dose, per lasciare ad Alistair il tempo di elaborare. È più importante la serenità del fratello, piuttosto che dimostrare d’avere ragione. Ritorna Hunter, con il quale Snow condivide lo stesso animo ribelle e dimostra di avere un rapporto speciale, quasi materno. Simili ma diversi, Hunter in questo secondo romanzo si fa amare non soltanto per il suo fascino ribelle, il giubbotto di pelle, la moto e il capello lungo, ma soprattutto e ancora di più per le fragilità, che gli appartengono e che ora hanno una motivazione. Snow per quanto giovanissima riesce a dare supporto, calore, consigli e sostegno a tutti i membri della sua famiglia, ma sa dimostrarsi anche matura nel rapporto con la sua migliore amica Shona, nel rispettare i suoi silenzi e il suo non volersi confidare. Sa trattenersi anche con Wolfe e Rose, comprendendo le loro esigenze di coppia, nonostante Rose sia sempre stata una sua amica e in certi momenti ne avverte la mancanza.

Questa volta devo assolutamente parlare di Nonna Mureol, un personaggio potente e straordinario per la sua astuzia e la capacità di intuire tutto prima che se ne parli. Sa che qualcosa di importante è successo nella vita di Snow e trova il sistema per carpirle la verità. Esattamente così come era già successo già per Rose, in “Wolf’s Kis”s. Nonna Mureol, è scaltra, intuitiva e magica, e con lei Snow, è semplicemente nipote, non è più il sostegno della famiglia, ma in sua compagnia si abbandona lasciando affiorare tutte le sue insicurezze, perplessità e difficoltà, dovute all’inesperienza e alla giovane età.

"Stavo temporeggiando, le avrei detto di Kay. Non avevo segreti per lei. Dovevo solo trovare il coraggio. I suoi occhi restarono fissi su di me, curiosi. «Strano... perché ho come la sensazione che qualcosa sia successo.» Cosa mi ha tradita? Perché riesce sempre a intuire quando mento?"

Un romanzo incredibile che mi sento di consigliare per la bellezza della storia e per tutte le cose che ho descritto fino ad ora, ma anche per altri tre motivi che ho trovati assolutamente meritevoli di citazione. Tra questi, la descrizione dei momenti di gioco, dove viene evidenziata l'azione alla quale partecipa la squadra di rugby, dove Kay è l’atleta di punta. Ho notato una grande attenzione nei confronti dei particolari e verso le regole del gioco, e da questo si percepisce la preparazione delle autrici. Un altro punto che reputo straordinario, è la centralità e l’importanza che viene data al bacio. Daria Torresan e Brunilda Begaj sono riuscite ad esaltare il primo bacio tra Kay e Snow a tal punto, che è un momento veramente emozionante. Lo evidenzio perché, secondo il mio modesto parere, lo è di più rispetto ai normali romanzi. Il primo, quello che si scambiano nella serata della caccia è memorabile, mentre i due successivi, sono altrettanto meravigliosi. Il terzo punto che voglio evidenziare, è l’episodio della caccia, soprattutto per l’utilizzo dell’olfatto che diventa il senso predominante, quello che si arricchisce di un pathos che vibra su mille sfumature diverse, al punto che l’emotività prende il volo. Adoro come sia Kay sia Snow si riconoscano reciprocamente attraverso l'olfatto, ed è un qualcosa che sa di istintività, di un’informazione che entrambi hanno conservato nella memoria e che non scompare, neppure con il passare del tempo e la separazione. Lui anticipa la sua presenza saturando l’aria con il profumo di menta e ambra, mentre lei non riesce a passare inosservata al fiuto di Kay, perché per lui è un libro aperto e sa riconoscerla anche dai suoi respiri

"Rilevai la presenza di Snow ancora prima di vederla. Riconoscevo quel profumo a distanza. Le note balsamiche della resina, quelle aromatiche del cardo selvatico e quelle più dolci del ribes. Doveva essere stata nel bosco."

Ho scritto veramente troppo… chiedo scusa, ma non ho saputo trattenermi! Con questo romanzo sono diventata ancora più sensibile alla bellezza dei sentimenti, perché quando una bella trama incontra uno stile di scrittura, così coinvolgente, profondo e complesso, maturo ed avvolgente, nella sua semplicità, come lo è quello che contraddistingue le due autrici, ecco che tra le righe fiorisce quell'emozione che fa provare brividi e porta a smarrirsi in una storia così ricca di magia, tormento ed amore. Un viaggio nella realtà e nell'ombra, tra i mostri che popolano gli incubi, ma che sono veri ed evergreen, come solo una piaga da debellare sa esserlo.

Finalmente saluto (boato della folla)! Ringrazio per la resistenza e per essere arrivati fino a qui, e vi rinnovo l’appuntamento con la mia prossima recensione. Vi parlerò di “Secret Wishes”, il terzo volume della The Blakwood Castle Series, con la storia di Alistair e Jasmine raccontata da Leila Awad.

Buona lettura e vi lascio con un estratto, bellissimo, breve ed intenso

Una sensazione bellissima mi investì: ero di nuovo a casa. L’unica che mi avesse mai fatto sentire al sicuro. «Snow...» soffiai sulle sue labbra calde e morbide. «Tu non lo sai, ma mi hai salvato in ogni modo possibile.»"

Cristina Pisano


Buongiorno meraviglie,
oggi parliamo di “Prince of Ice” il secondo volume della Blackwood Castle Series, scritto da Daria Torresan e Brunilda Begaj.
Retelling della favola La Regina delle nevi, non poteva essere descritto meglio.
Kay, il nostro protagonista, è un bullo, uno sbruffone, un menefreghista tutti aggettivi negativi, ma è così che vuole essere considerato, così che vuole essere trattato e riconosciuto.
Lady Snow Lennox, figlia del Duca di Highfield, Bruce Lennox… è la sorella di Wolf, che abbiamo conosciuto precedentemente, e che ritroviamo anche in questo racconto, si perché la famiglia c’è sempre, la famiglia non ti abbandona, mai. E non manca nemmeno nei confronti di Snow.
Tra i due corre un’energia strana, lui è un bullo, il suo bullo, non passa giorno in cui non provi a deriderla, a maltrattarla, con nomignoli e considerazioni che fanno male, ma Snow da anni cerca di resiste a questi attacchi gratuiti.
Il loro rapporto non è sempre stato così, c’è stato un tempo in cui Kay e Snow erano felici, quando erano piccoli, sono praticamente cresciuti insieme e sono stati uno il migliore amico dell’altra, si sono sempre aiutati e sostenuti, voluti bene, la loro era un’amicizia speciale, li univa un legame unico, spazzato via in un estate.
In tutti questi anni Snow si chiedeva spesso che fine avesse fatto il ragazzino che conosceva, quello che si confidava, quello che la faceva ridere e che rideva a sua volta.
Niente, di quel Kay non era rimasto più niente.
Sembra che sia stato sostituito, non è più lui, nessun tratto del suo essere è rimasto tale, ma perché? Cosa è successo al piccolo Kay?
Kay viveva in una casa nella tenuta dei Lennox, dopo la perdita della madre, Snow chiese al Duca se Kay e suo padre potessero rimanere, e così fu. Il padre di Kay, dopo la perdita della moglie, si imbatte in seri problemi con l’alcool, perdendo di vista il figlio, ma gli venne in soccorso Reggina, la nuova compagna nonché la preside della Blackwood Accademy, la scuola che entrambi i ragazzi frequentano.
Kay è il wing della squadra di rugby della scuola, dove trova la sua valvola di sfogo, dove può essere il ragazzo letale che vuole, dove non lascia scampo all’avversario, commettendo anche diversi falli che lo obbligano, più di una volta, a rimanere in panchina.
Snow è una lady, nonostante non voglia sottostare a tutti gli obblighi che le impongono la sua famiglia e il suo ceto sociale. Nonostante i tempi moderni, ci sono delle regole del buon costume che è meglio seguire.
Adora suonare l’arpa, e con l’amica Shona si divertono a suonare pezzi classici e meno, la sua passione la musica, quello che vuole fare nella vita, ma non è così semplice, suo padre il Duca ha scelto altro per lei, riuscirà a fargli cambiare idea?
Sostenuta da tutti i suoi fratelli, Wolf la adora, Al la attende ad Edimburgo dove presto frequenterà l’università, Hunter è il fratello che ha più vicino, che sa tutto di lei, che la aiuta, le da consigli, molto simili, entrambi con la voglia di non sottostare a tutte quelle regole, pronti a fare della propria vita qualcosa che vogliono loro e non gli altri.
E poi c’è Alice, cagionevole, sempre troppo malata, ma con la parola pronta al momento giusto, il suo sentirli così vicini aiuta Snow ad affrontare la vita.
La nostra Snow è speciale, ha una caratteristica che la contraddistingue da tutti, è albina, ha la pelle bianca come il latte, degli occhi del colore del cielo e le ciglia e i capelli bianchi come neve, rispecchia perfettamente un fiocco di neve che si posa a terra e che imbianca il paesaggio circostante.
Lei è speciale, se lo ripete spesso, ma Kay la fa sentire tutt’altro. Non perde occasione per deriderla, davanti a tutta la scuola, senza mai darle una spiegazione, perché? Perché accanirsi così? E proprio con lei? Erano amici, o questo era quello che lei voleva ricordare, un’amicizia che ormai non c’era più.
Con il cuore lacerato e l’anima devastata Kay prova a reprimere quello che sente, perché si potrà darla a bere a tutti, ma nel suo profondo sa che Snow è ancora la sua amica, la sua anima gemella, ma che purtroppo così non può essere, lei lo deve odiare, tutto è fatto perché Snow lo allontani, lo dimentichi, invece non fa altro che tendergli la mano, perché lei vuole aiutarlo, vuole recuperare, sente che c’è qualcosa nel profondo che non va, ma non capisce cosa, ma soprattutto non lo potrà mai immaginare.
Tra i due nasce una sorta di tira e molla, si avvinano per poi allontanarsi bruscamente, quando Kay si accorge di avere bisogno di Snow, si avvicina, raccoglie tutto quello che di più buono possa esserci e di nuovo la allontana.
Tutte le volte combatte una tormenta interiore, quello che gli è successo da ragazzino, e che continua negli anni, è un atto davvero tragico, sporco, che l’ha cambiato, l’ha ucciso, per sempre.
Il suo dolore è così forte che non si rende conto che sta perdendo tutto, si sta allontanando da tutti.
Sarà abbastanza forte Kay da confessarsi? Riusciranno i due a capire cosa li ha separati e perché? Il loro legame è così forte da resistere ai vari attacchi?
Daria e Brunilda sono state molto brave, scritto bene, dialoghi costruiti perfettamente, i personaggi vividi, li ho impressi nella mente.
Ho apprezzato molto la loro scrittura, mai pesante e ripetitiva, si legge in un fiato, le pagine scorrono una dietro l’altra e tu vuoi capire cosa è successo a questo ragazzo per essere così, come possa essere arrivato a tanto?
E nonostante tutto, Snow è li, è li per lui. Sempre. È li per lui quando è triste, quando è felice, quando è arrabbiato (spesso) sempre. Per lei è tutto da sempre e non si capacita di come l’abbia esclusa dalla sua vita, quando la verità viene a galla fa male, si fa male e fa incavolare.
Complimenti ragazze, due personaggi speciali che ho adorato e la loro storia... veramente bella.
Assolutamente da leggere .. ora andiamo a conoscere Al.

Un abbraccio
Alice 

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