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Recensione: La famiglia Moore di Sara S. (Collana Dark-BrightLove)

Titolo: La famiglia Moore 
Autore: Sara S. 
Editore: PubMe 
Collana: Dark-BrightLove 
Autoconclusivo
Pagine: 730
Data d'uscita: 13 settembre


Trama 

Sono abituata agli sguardi degli uomini, ma il suo è diverso. È un terreno inesplorato, un'isola deserta, un salto nel vuoto. È come se mi stesse toccando senza muovere un dito.

Una villa dall’aria infestata e i racconti terrificanti sul suo proprietario, non sembrano fermare Harper Brown che, nonostante tutto, decide di bussare alla porta di casa Moore per vendere le sue (troppo) zuccherate marmellate. Ma quando incrocia lo sguardo del capofamiglia, quello che di certo non si aspetta è di trovarsi davanti un uomo sexy, elegante e austero. E nonostante un primo incontro burrascoso con le sue figlie gemelle, la ragazza accetterà il posto di governante che le viene inaspettatamente offerto, esattamente come è stata costretta ad accettare il lavoro da spogliarellista a causa dei suoi problemi famigliari.

Nathan Moore, cardiochirurgo e uomo tutto d’un pezzo, sembra stranamente fidarsi di Harper ma lei scoprirà ben presto che non vede di buon occhio il locale dove si esibisce ogni sera. Di conseguenza, mentirà sul suo secondo lavoro. Peccato che se c’è una cosa che uno come Nathan Moore (maniaco del controllo) non accetta, sono proprio le bugie.

E ben presto Harper entrerà a fare parte di quella cerchia di persone che lui teme di perdere e che quindi deve tenere assolutamente sotto stretta sorveglianza.
Ma se Nathan, dietro ai suoi modi da despota, celasse un animo tormentato e un passato difficile? Quando il cuore detterà le sue leggi, allora anche lui sarà costretto a scendere a compromessi. Perché, delle volte, è meglio una bella bugia che una verità un po’ scomoda.

Quindi, armatevi di coraggio e preparatevi a godervi lo spettacolo, Sara S. ha una storia frizzante, ironica ed emozionante da raccontare. E non ha niente a che vedere con i pettegolezzi terrificanti che circolano sul conto di Nathan Moore, forse…


RECENSIONE 

Ore 1.55. Ho finito ora “La famiglia Moore”. Non riuscivo a smettere. Anche se per tutta la sera ho continuato a ripetermi: "Ancora una pagina e poi basta!", convinta di essere troppo stanca per proseguire, sono arrivata quasi senza accorgermene all’ultima parola di questo strepitoso romanzo di ben 730 pagine. Difficile da credere? Eppure è così! E’ stata una galoppata di emozioni senza sosta, fatta di tante risate, molti sospiri, qualche scatto di nervosismo, alcuni momenti di imbarazzo (per ciò che combina la protagonista femminile), infiniti sorrisi da ebete e numerosi moti di tenerezza. Tutto questo tripudio di sensazioni, tutto questo travaso emotivo hanno contrassegnato la mia scoperta di un’autrice, che ancora non conoscevo e de “La famiglia Moore”, un romanzo che ha saputo trascinarmi senza respiro, così ricco di eventi, situazioni frizzanti che non annoiano mai, con personaggi meravigliosamente coinvolgenti, ed una trama terribilmente avvincente e decisamente intrigante. Il tutto esaltato e condito da uno stile di scrittura vivace e dai tratti così ironici da risultare spumeggiante. Detto questo, se vi fidate del mio personale giudizio, dovete as-so-lu-ta-men-te leggere “La famiglia Moore”. E’ tassativo! (Emoticon occhiolino)   

Nelle prime pagine si ha quasi l’impressione di entrare in un racconto horror, così in linea con l’imminente festa di Halloween. Ma tranquille, perché l’atmosfera è meno inquietante e molto più soft di quello che potreste pensare dopo la mia affermazione. Per capirci, qui ci avviciniamo allo stile “Famiglia Addams” con un Gomez molto più giovane e bello e un maggiordomo tipo un Lurch “venuto male”, altrettanto allarmante ma decisamente meno alto e molto più decrepito. Ben presto ogni dubbio viene spazzato via, soprattutto dopo aver letto ciò che succede alle due strampalate amiche che, per uno strano equivoco sono entrate in casa del Dottor Moore, per fare la conoscenza non soltanto del padrone di casa, ma anche con dei terrificanti vasi rotolanti, delle statue in precario equilibrio e delle normali finestre che oppongono (ahimè) resistenza, nel momento in cui vengono frantumate alla ricerca di una veloce via di fuga.   

Anche se a dirla tutta, per altre pagine il mistero che continua a serpeggiare attorno alla figura di Nathan Moore e agli altri occupanti della strana casa, fa veramente pensare ad un sexy vampiro stile Edward Cullen, anche se più alto, più muscoloso, con i capelli corvini e dei meravigliosi occhi blu. Il fatto che voglia sempre tenere le spesse tende tirate, per oscurare i raggi del sole, alimenta non poche fantasie riguardo alla possibilità siano tutti dei “non morti e semprevivi”, ma non è proprio così. Dovrete andare avanti con la lettura per capirne di più, perché non è neppure questa la ragione per la quale Nathan e tutta l' intera famiglia Moore, si comportano in maniera così enigmatica, arcana ed incomprensibile.  

La cosa certa, è che Nathan Moore pagina dopo pagina, si trasforma sempre di più in un vero tormento per gli occhi e per il cuore di Harper che comincia a chiedersi chi sia veramente questo ambiguo ed affascinante cardiochirurgo, capace di sottopone i suoi fratelli e le sue figlie piccine ad una vita fuori dalle normali consuetudini, obbligando tutti loro, al rispetto di incomprensibile ed assurde regole. Ai suoi fratelli e alle piccole gemelline, non è neppure concesso di fare una partita di calcio in giardino, di godere di un pomeriggio di sole e delle risate all'aria aperta. Ma cosa nasconde Nathan? Chi è veramente questo misterioso e carismatico uomo dai grandi occhi blu tanto ammalianti quanto ipnotici?

Se Nathan è una persona ammantata dal segreto, Harper invece è un personaggio limpido, chiaro e veramente incredibile. Sono pazza di questa ragazza abbonata alle gaffes, alle brutte figure e alle scene imbarazzanti. L’autrice la descrive sempre in situazioni che tanto somigliano a quelle reali in cui ci troviamo tutte noi, comuni mortali, davanti al super figo del momento. Al bello, impossibile ed irraggiungibile che ci piace da morire. L'imbarazzo, il disagio, la soggezione inducono a comportamenti e ad azioni che non vorremmo mai compiere… e invece no! Alla fine il cervello va in tilt, mentre la bocca al contrario, diventa più attiva del solito, snocciolando esattamente le cose più sbagliate da dire al momento meno opportuno, costringendoci molto spesso, a sguazzare senza salvagente proprio nel nostro peggior incubo. Ed è proprio così che succede anche ad Harper. Lei è proprio come noi, ed immedesimarsi con lei è inevitabile. Suo malgrado si ritrova a combattere con le guance in fiamme e con la caduta inesorabile di ogni filtro tra bocca e cervello, mentre cerca di barcamenarsi per trovare una giustificazione a ciò che dice e a ciò che fa, arrampicandosi sugli specchi. È spettinata quando vorrebbe essere affascinante ed irresistibile, così come ingolfata in un pigiamone inguardabile, mentre il perfetto ed integerrimo Dottor Moore, in ogni occasione appare sempre come la quintessenza della bellezza.

È un romanzo slow burn perché tra Nathan e Harper prima nasce una sorta di collaborazione professionale, poi un'amicizia e successivamente un’intesa e una specie di sodalizio. Harper diventa per il Dottor Moore una persona di fiducia, ed alla fine ad Harper lui concede tutto. Passa sopra ad ogni suo ritardo e perdona tutte le volte in cui trasgredisce le sue fantomatiche e rigide regole, le stesse che impone a se stesso e alla sua famiglia. È un sodalizio istintivo, automatico, naturale e assolutamente spontaneo. Lui fa per lei cose che solo un amico farebbe e lei lo ricambia e, in tutto questo, il lettore si ritrova pagina dopo pagina totalmente coinvolto, mentre beve ogni parola con gli occhi, con la mente e con il cuore, senza provare fretta, impazienza o desiderio di accelerare i tempi, ma si gode tutto ciò che succede tra le pagine, con grande soddisfazione.   

Ogni cosa è perfetta e giusta, ed è una conseguenza logica considerando le esigenze narrative, anche se l’attrazione che si scatena tra Nathan e Harper è palpabile, e non mancano i momenti in cui l’elettricità raggiunge livelli estremi per scoppiare in un tuono o in un fulmine dalla potente scarica elettrica. Ma fa tutto parte di un disegno ben preciso quindi, mentre Nathan e Harper giocano un po’ alla guerra, un po’ ai migliori amici e un po’ al dottore e all’ammalata, a noi lettrici gli occhi diventano sempre di più a cuoricino, mentre il cuore boccheggia e il respiro si rompe.  

Devono passare un bel po’ di pagine prima di scoprire cosa si cela dietro a Nathan. Ancora troppo poco sappiamo del rigido, elegante e severo dottore, tanto misterioso quanto attento a tutto ciò che riguarda la sua famiglia. Giovanissimo si è assunto delle responsabilità enormi. Si è ritrovato suo malgrado, a diventare il capofamiglia e a dover crescere i suoi fratelli ed in contemporanea, anche le sue due terribili gemelline di 6 anni. Ma cosa è successo nella sua vita per trasformarlo in un colosso impietrito? Come mai proprio lui, così attento alla forma e all’eleganza, si sente sempre più stregato ed affascinato dal caos chiamato Harper? Alla fine è proprio ciò che gli serve. E’ esattamente la persona giusta per portare scompiglio nella sua vita, provocando una scossa per regalargli quel brio e a quella scintilla che tanto gli manca. Harper per Nathan è come una boccata d'ossigeno, è come il suono di una cascata che brilla di luce intensa. E’ come il sapore di una pioggia arcobaleno nel silenzio di una vita buia e priva di calore.

Anche Harper, esattamente come Nathan, ha delle pesanti responsabilità sulle spalle. Pur essendo una ragazza con dei sani principi si adatta a fare un lavoro che non ha scelto, per mantenersi dopo la morte della madre e, a causa di questa sua professione viene giudicata da troppe persone. Per questo motivo oltre ad essere una lettura divertente, è anche un romanzo che ha il merito di accendere i riflettori sui luoghi comuni e su temi difficili. Sa sottolineare con il giusto grado di leggerezza senza essere però superficiale, di quanto tutti noi facciamo fin troppo presto ad etichettare gli altri, senza conoscere i fatti e le motivazioni. Di quanto siamo tutti troppo svelti a giudicare, senza neppure ascoltare le ragioni del prossimo, troppo sicuri ed arroccati nelle nostre errate convinzioni.  

È un libro che pone anche l’accento sugli errori che ognuno di noi può commettere per mille ed infinite ragioni, perché dietro ad ogni scelta sbagliata, ogni scivolata, ogni debolezza e tormento, c'è comunque una vita con le proprie complessità e ci sono persone che annaspano vittime delle loro stesse fragilità. Per questo motivo il messaggio che arriva dalle pagine di questo romanzo, è forte e chiaro: nessuno può abrogarsi il diritto di giudicare la vita e le scelte altrui, soprattutto senza conoscere le battaglie che ognuno di noi sta combattendo nella propria esistenza. Harper e Nathan di somigliano anche in questo. Sono due persone vittime di pregiudizi, giudizi e pettegolezzi che li toccano entrambi anche se in maniera diversa. Ma a proposito… qual è l’origine dell’aura misteriosa e delle dicerie che aleggiano attorno alla famiglia Moore? Io non ve lo dico, lo scoprirete soltanto leggendo.

E’ davvero una storia che sa scaldare il cuore, ed è un romanzo che parla di buoni sentimenti, di quelli che sanno farsi strada giorno dopo giorno non soltanto nel cuore algido di Nathan, ma anche in quello anestetizzato di Harper che, grazie alle gemelline riesce a ricordare quella tenerezza che, senza accorgersene la conquista, per riscoprire il senso di famiglia e di appartenenza, lei che da anni oramai, lotta con una realtà difficile e con il vuoto delle mancanze. Anche il cuore asettico di Nathan, colpito dalle bordate buffe ed impacciate di Harper, dalla sua spontaneità e schiettezza inizia a scaldarsi, mentre il muro di imperturbabilità che si è cucito addosso, a poco a poco si sgretola. Nathan è troppo maturo e troppo compassato per una come lei, eppure è proprio questo che sa stravolgere la vita perfetta dell’algido, glaciale, maniaco del controllo ed affascinate cardiochirurgo, che tutte vorrebbero ma che nessuna ha. Ma i suoi occhioni blu sanno diventare così dolci e bollenti quando la sua corazza inizia a sfaldarsi, sotto la personalità vulcanica di Harper. Proprio lei che ha una vita caotica e che viaggia sull'orlo dell'abisso, mentre cerca con ogni mezzo di sopravvivere sotto i duri colpi inferti dal destino.

La storia d'amore tra Nathan e Harper come ho detto, è a combustione lenta, ma vi posso assicurare che non ci si annoia mai, anzi! Contrariamente a quanto mi è già successo per altri romanzi, l'autrice sa tenere viva l'attenzione facendo cucinare a fuoco lento il lettore, esattamente come i suoi protagonisti, riempiendo la storia di tanti momenti briosi e colpi di scena che sanno alimentare continuamente la curiosità. La scrittura è frizzante e i dialoghi di Harper, quando si rivolge direttamente all'autrice, colpevole di non creare le situazioni più favorevoli per lei, con il Dottor Moore, sono veramente comiche. Lo stile è fresco, il ritmo è serrato ed incalzante, mentre le risate sono assicurate, perché non mancano mai i momenti divertenti. Una menzione ai vari personaggi secondari caratterizzati in maniera attenta e puntuale, con un occhio di riguardo soprattutto verso l'anziano maggiordomo che senza saperlo, diventa il protagonista di tanti siparietti decisamente spassosi.  

Difficile lasciare andare il Dottor Moore, così dolce ma granitico, così accogliente e al tempo stesso scostante, così incredibilmente appassionato ma terribilmente controllato e anche così incoerente da far perdere la testa. Uno dei personaggi più conturbanti che ho avuto il piacere di imbattermi ultimamente, esattamente come lo sono i suoi sguardi che dal primo momento hanno catturato ed ammaliato Harper, incapace di rimanere imperturbabile di fronte al suo fascino, al suo magnetismo e al suo sex appeal. Se vi piacciono gli uomini in giacca e cravatta, eleganti, colti e sofisticati, ma capaci di delicatezze sconvolgenti e dolcezze sconfinate, nascoste da rigidità e ghiacciai infiniti, eccolo è lui! Nathan è irresistibile ed inebriante tanto da sembrare un angelo caduto dal cielo, ma con la stessa malizia di un diavolo. Ma attenzione, perché è dolce tenero e comprensivo, fino a quando non si arrabbia. In preda all’ira, diventa la persona più spietata, testarda e crudele del mondo. La fiducia tradita, l'inganno e la bugia sono le cose che Nathan non tollera e che avranno conseguenze importanti nel loro rapporto.

Il finale è bellissimo, anche se forse risulta un po' affrettato in contrasto con i tempi della storia molto dilatati, nei quali l’autrice si è presa lo spazio necessario per raccontare ogni cosa nel migliore dei modi, senza mai appesantire il racconto. Forse è una sensazione dovuta al fatto che avrei voluto sapere qualcosa in più di loro e della loro vita. Può anche essere perchè mi sono talmente tanto affezionata a questa coppia, così piena di spigolosità e contrasti, che forse non ho accettato l’idea di lasciarli andare al loro destino. Purtroppo Harper e Nathan creano dipendenza e voi non potete esimervi dal leggere “La Famiglia Moore”, un romanzo molto molto molto divertente, romantico, appassionato, coinvolgente e ricco di talmente tante cose che mi ha veramente travolta ed entusiasmata. Godetevi ogni pagina, perché è un libro che merita veramente!  

Cristina Pisano

Ringraziamo la CE per la copia ARC


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