Titolo: La promessa
Autore: Leah Garriott
Editore: Vintage Editore
Traduzione: Letizia Spizzico
Lunghezza: 389 pagine
Uscita: 18 aprile 2022
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Sinossi
Warwickshire, Inghilterra, 1812. Margaret Brinton ha giurato a sé stessa di non lasciarsi mai più ingannare dai sentimenti. Tutto ciò che cerca è un matrimonio di convenienza con qualcuno che non possa spezzarle il cuore. Il bel libertino Mr Northam sembra l’uomo perfetto per le sue esigenze, ma il cugino, Lord Williams, la perseguita rovinandole ogni possibilità di stringere una buona unione con Northam o con chiunque altro. Tornata a casa, Margaret conosce il marito scelto per lei da suo padre, sarà così che si troverà a scegliere tra mantenere la promessa di proteggere il proprio cuore o romperla con la speranza di amare un’ultima volta.
RECENSIONE
La nostra eroina è piuttosto in ambasce perché decisa a non gettare più il suo cuore in pasto a gentiluomini che non la meritano. Per assurdo progetta di combinare un matrimonio di facciata per potersi mettere al riparo da ogni attacco.
Inevitabilmente, non solo il suo proposito è destinato a essere infranto, ma anche a farla ripiombare nella situazione di pericolo a cui si era esposta in precedenza. Ci si mettono poi anche i genitori a combinare per lei un’unione per garantirle una sistemazione rispettabile. Ciò nonostante a casa Brinton si respira sempre una piacevole atmosfera di calore familiare e di rapporti affettuosi.
Seguire Margaret nelle sue elucubrazioni può diventare un’avventura altrettanto emozionante aiutandola a scegliere nel dilemma tra i due cugini affascinanti e misteriosi, parteggiando ora per l’uno ora per l’altro.
Il titolo è espressione della storia: Margaret ha fatto a se stessa una promessa di non impegnare più i propri sentimenti ma scopre di essere stata eletta a banco di prova tra i due cugini.
Essere soggetto attivo di una promessa per poi ritrovarsene oggetto non dev’essere facile per la povera Miss Brinton che, come una novella Lizzie Bennet, si ritrova ospite dell’altero Mr Darcy alias Lord Williams e deve schivare il molesto Mr Lundall la cui proposta di matrimonio suona tanto simile a quella di Mr Collins.
Echi austeniani ci riportano in epoca Regency, anche se non in modo rigoroso (sulla data di introduzione del valzer non sono tanto sicura), mentre i personaggi intessono dialoghi abbastanza vicini alla sensibilità moderna anche grazie alla traduzione. Essendo un po' nostalgica avrei preferito l'appellativo di Milord, invece di Mio signore.
Ho apprezzato molto che senz’altro rispettosa della discrezione e pudicizia dello stile Regency sia stata l’assenza di linguaggio e scene erotiche, a cui troppo spesso ultimamente le autrici moderne indulgono.
Non tutti i fili dell’intreccio risultano brillare nel disegno finale anche se indubbiamente l’epilogo mette d’accordo tutti. Davvero simpatica la soluzione finale: Fiori, regali e …baci, anche se un malcapitato asinello con il cappello ne farà le spese. Ma non vi svelo troppo per non rovinarvi la sorpresa.
Buona lettura!
Romina
Ringraziamo la CE per la copia omaggio