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Review Tour: Misty - Red Oak Manor Collection 4 di Mary Lin

Titolo: Misty 
Autore: Mary Lin
Serie: Red Oak Manor Collection 4
Genere: Young Adult - Hate to Love - Romantic
Data di pubblicazione: 16 marzo 2022
Disponibile su Amazon e con Kindle Unlimited (qui link d'acquisto)
 

Sinossi

Per Connor Reyes il maniero è casa.
Rigido, schematico, severo, ha fatto sue le regole dell’istituto e il suo obiettivo è difendere Red Oak Manor e i ragazzi che vivono lì.
Tutto procede in maniera lineare, fin quando a varcare i cancelli arriva una ragazzina che rischia di minare la sua stoica pazienza.

Per Misty Clark l’istituto è una condanna.
Problematica, sprezzante, insolente, non segue alcuna regola e il suo unico obiettivo è riuscire a scappare dall’incubo che per lei è il maniero. Qualcuno, però, ha il compito di impedirglielo.

Lui non si lascia scalfire dai sentimenti.
Lei è un concentrato di emozioni.
La convivenza forzata di due personalità così diverse non può che generare continui scontri, eppure… dietro la nebbia che circonda quella ragazzina turbolenta e ribelle, Connor riesce a scorgere il dolore che la tiene prigioniera. Per arrivare alla vera Misty, dovrà squarciare il velo del passato dietro cui lei si nasconde.

Misty è un rompicapo emotivo, ma Connor è deciso a risolverlo. 

RECENSIONE 

È sempre bello tornare a leggere le storie dei ragazzi del maniero. 

L’idea (assolutamente vincente) delle dieci autrici della Collection di raccontare storie di genere diverso con il filo conduttore di Red Oak Mannor crea una grande attesa nel lettore che viene regolarmente confermata. Dalle pagine trasuda la coesione e collaborazione che hanno saputo instaurare le scrittrici, ma anche la singolarità di ognuna e il mantenimento delle proprie peculiarità e particolarità nella scrittura. Anche questo quarto libro conferma, quindi, la qualità della serie e spinge sempre più in alto l’asticella delle aspettative. 

Mary Lin con questo romanzo ci porta a scoprire Connor, che già avevamo avuto modo di conoscere come l’assistente di June al Maniero e come amico di Virginie, e Misty, già nominata in precedenza, ma rimasta avvolta nel mistero. 

I ragazzi sono molto diversi, agli antipodi. Tanto Connor è intransigente, geniale, bisognoso di regole rispettate e routine, quanto Misty è caotica, imprevedibile e impulsiva. Li accomuna il bisogno di silenzio e solitudine; troppo rumore può disturbarli e hanno la necessità di assaporare la tranquillità lontani dagli altri. 

Connor è un ragazzo che della sua metodicità ha fatto ragione di vita, che solo nel ragionamento e nella logica trova la forza di vivere. Ha bisogno di poter inquadrare ogni problema per porvi rimedio e soluzione.

Dei numeri ci si può fidare. Delle persone no.

Doversi relazionare con Misty è per lui una sfida: sono lo yin e yang. Ma forse solo all’apparenza. Connor non è perfetto, è semplicemente un sopravvissuto a un dolore tanto grande come può essere la separazione dalla madre. Era solo un bambino e nei sillogismi perfetti ha trovato le spiegazioni che gli servivano per guardare avanti e non farsi distruggere dal dolore. È cresciuto senza poter accettare o dare affetto per paura dell’abbandono che inevitabilmente, secondo lui, sarebbe arrivato. Il suo mondo si ferma a lui, alla chiave che porta sempre al collo e al rispetto per chi lo circonda. Rispetto, non amore o affetto. Misty con la sua confusione e con il dolore sempre impresso negli occhi lo mette spalle al muro, lo fa dubitare delle sue certezze, senza accorgersene Connor inizia a vivere, a ignorare qualche regola preferendo l’irrazionalità di un rapporto affettivo alla razionalità della logica.

Uscire dai confini entro cui si è sempre vissuti e che hanno sempre dato senso di benessere e sostegno nei momenti più difficili, è complicato e richiede tanto coraggio, esattamente come abbandonare il caos del dolore per cercare di razionalizzare gli eventi e cercare di voltare pagina. Questo è ciò che viene chiesto a Misty da quasi un anno, ma solo l’arrivo nella grande famiglia del Maniero fa scattare in lei un nuovo senso di fiducia nei confronti del ragazzo che la sfida e la controlla. Sotto la direzione di June, l’orfanotrofio è diventato una casa famiglia che sa davvero di famiglia, dove si formano dinamiche di affetto e amicizia e amore.

“«Non è necessario dimostrare di essere forte ogni singolo giorno, almeno non a me. E se senti che diventa troppo difficile, non fartene una colpa e, soprattutto, non sentirti debole a chiedere aiuto. Succede a tutti. L’importante è che tu abbia bene a mente che, in qualsiasi momento, qualcosa che non ti aspetti, anche un piccolo pensiero, un bisogno, un gesto, può aiutarti a superare quel giorno e quelli a venire. Anche quando pensi di non potercela fare. Non sei sola.»”

Questo è l’ambiente giusto in cui tutte le paure di Misty possono venire a galla non per sparire magicamente, ma per essere affrontate. Connor è la spalla, il supporto, il confronto continuo, lo specchio in cui vedere le sue paure, la forza per accettare ciò che è successo e andare avanti con il cuore spezzato, ma che può lentamente riprendere a battere.

“«Con te mi sento al sicuro, Connor, e, dopo aver perso ogni speranza, credimi se ti dico che sei tu a tener incollati i pochi pezzi rimasti di me.»”

La forza del romanzo è la caratterizzazione data a Connor e Misty che si muovono sulla scena come veri adolescenti; oltre al casino che è stata la loro vita, fanno emergere la natura vera dei ragazzi alle prese con i primi batticuori e innamoramenti, ragionano con la profondità che mi sarei aspettata da giovani che hanno affrontato una vita terribile e parlano come i loro coetanei.

Mary Lin è riuscita a spiegare senza raccontarlo, ma usando le parole stesse di Misty, il rapporto che la unisce al fratellino Layton. La profondità del loro amore supera la distanza nei messaggi vocali di Misty e leggendo le sue parole sentivo il suo cuore spezzarsi e ricomporsi e il mio con il suo. Non voglio aggiungere nulla e lasciare ai futuri lettori il piacere di scoprire l’anima di questa ragazza, il suo dolore, la sua forza e la sua speranza di rinascita e di vita.

Consiglio senza dubbio la lettura di questo libro con una calda copertina, una poltrona comoda che funga da rifugio accogliente e confortevole, una confezione di fazzolettini e una scatola di cioccolatini (serviranno entrambi per superare alcuni momenti). Vi suggerisco di leggere anche i libri precedenti della Collection, se non lo avete già fatto, perché pur non essendo indispensabili per entrare in sintonia ed empatia con Misty e Connor, sono tutti talmente belli che sarebbe un peccato non leggerli.

Grazie Mary Lin per averci regalato Misty e Connor così come sono usciti dalla tua penna; grazie per le apparizioni di June dolce e comprensiva, vera “mamma” di tutti i ragazzi del Maniero e per aver svelato (purtroppo solo in parte…) il mistero della NASA…

Annalisa 

Cari lettori bentornati al quarto volume della red oak manor collection: Misty della nostra carissima Mary Lin. Anche stavolta rientrare al maniero è stata una bella botta.
Misty racconta di due ragazzi adolescenti che dovranno convivere insieme al Maniero: Connor Reyes che vive lì ormai da molto tempo e, Misty Clark, la nuova arrivata. Per Connor il maniero è casa, per Misty invece è una prigione da cui scappare. A lui verrà chiesto dalla direttrice, June, di tenere d’occhio la ragazzina problematica e su cui grava un grande peso sulle spalle, ma per quanto restio dato il grande affetto e rispetto che nutre per June non si sottrae al “compito” affidatogli. Tuttavia, si rivelerà un’impresa ardua per lui, perché mentre Connor è controllato, ordinato, paziente, per nulla espansivo, abitudinario nella sua quotidianità, Misty si rivelerà essere il suo opposto poiché ribelle, sboccata, ostile e provocatoria. Ma c’è qualcosa nel disordine di lei che lo richiama come il canto di una sirena, che lo spinge a volerla capire, a volersi insinuare in quella fitta nebbia che avvolge la piccola bestiolina. Tra i due dal momento in cui i loro sguardi si incroceranno sarà guerra. I loro battibecchi e il loro “odio” ci accompagneranno per tutto il romanzo. Due pezzi di un puzzle che si incastrano perfettamente. Due anime completamente opposte ma legate da un grande dolore che affrontano in maniera diversa. Lentamente e senza nemmeno rendersene conto si faranno spazio l’uno dentro l’altra imparando a riconoscere persino i loro silenzi.

“«La ragazza che sta arrivando» mormoro, le spalle e la schiena irrigidite, «quanto è problematica su una scala da uno a dieci?» Miss June, per tutta risposta, affonda i denti nel labbro.”

Ho letteralmente amato questo volume e mi ha emozionato tantissimo. Il modo come Connor inizia a prendersi cura di Misty mi ha toccata nel profondo. Il suo carattere particolare, fatto di regole e rigidità ti fanno letteralmente innamorare del Generale di Corpo D’Armata Connor (così lo definisce la nostra protagonista). Lui che non si affeziona a nessuno con l’arrivo di Misty sarà costretto a rivedere le sue regole e le sue convinzioni. Così come un uragano al suo passaggio travolge tutto, Misty farà lo stesso con Connor. 
Una ragazzina arrabbiata con il mondo intero, consumata dal dolore, che preferisce crearsi un muro fatto di astio e aggressività piuttosto che farsi aiutare da qualcuno. Nel lungo percorso capiremo che in parte il suo atteggiamento è dato dalla paura che qualcuno possa scoprire la sua storia e possa essere giudicata per ciò che le è successo. Io credo che davanti a certe tragedie rialzarsi è davvero difficile e serva una gran forza di volontà che in questo caso è raffigurata da Connor. Come un balsamo capace di lenire e dare sollievo, lui, si prenderà cura dell’anima spezzata di Misty. In punta di piedi percorrerà questa strada avvolta da una fitta nebbia con il solo intento di aiutarla nonostante non sappia bene cosa le è successo. Dal capitolo 31 in poi le emozioni sono forti, i pianti incontrollabili e liberatori. La sofferenza di Misty troneggerà in tutta la sua vastità e non potrete fare a meno di comprenderla e desiderare di abbracciarla così da prendere un po' del suo dolore e farlo vostro.

“Una ragazza che non c’entra niente al mio fianco. Eppure, tutte le cose che le stonano addosso hanno iniziato a essere… armoniche e la vorrei afferrare, tenerla nel palmo, custodirla, non semplicemente averla accanto. Ed è questo che mi fa giungere a una conclusione: Misty non è più un compito. Misty è diventata un bisogno.”
“Sei la sventura migliore che potesse capitarmi, Misty Clark.”

E vogliamo parlare della presenza di June? E del profondo legame che lega Connor a essa? Se già in Wings il rapporto tra i due mi aveva affascinato e colpito, in questo volume viene evidenziato e portato alla luce in tutto il suo splendore. Una donna dolcissima ed empatica che nonostante sia a conoscenza non solo del dolore, ma anche di ciò che fa Misty nel silenzio più totale continua a starle accanto e ad aiutarla non arrendendosi. 
“Miss June mi rivolge un sorriso. I suoi occhi verdi mi colpiscono ogni volta. Ho sempre pensato che siano di un verde speciale, come un bosco rigoglioso, accogliente. «Ha dei begli occhi. Credo di non averglielo mai detto.”
Stupefacente è la dolcezza e la delicatezza di come vengono trattati i temi del romanzo. In realtà a pensarci bene non dovrei nemmeno essere meravigliata perché in fondo questa è l’impronta di Mary Lin. Nelle sue letture non trovi mai nulla di scontato, ha la capacità di affrontare problemi attuali e reali in maniera totalmente disarmante.
Ho conosciuto Mary lo scorso anno con la dilogia Colors e da lì ho capito che non l’avrei più lasciata andare. Una delle cose che amo della sua scrittura è la caratterizzazione dei personaggi e il suo modo di psicanalizzarli: ti prende e ti porta dentro la loro mente riuscendo a farti quasi accettare anche la peggiore delle azioni compiute. In questo caso, più che Connor, è stato il modo di come ha delineato Misty a colpirmi, la sua elaborazione e non accettazione del lutto che ha vissuto e che in cuor suo continua a vivere, bloccandosi a una determinata fase e regredendo. Il suo è uno stile semplice che va dritto al punto ma che ti rapisce. La scrittura scorre in maniera meravigliosa e ti tiene incollata alla lettura. Per quel che mi riguarda è ipnotizzante e riesce lentamente a entrarti sottopelle facendoti provare ogni singola emozione dalla risata al pianto, dalla tristezza alla gioia, dal dolore alla felicità come solamente lei riesce a fare. Ti prende il cuore e te lo stritola, ma poi te lo accarezza. Grazie Mary per tutte le emozioni che ci regali!

Antonella 

Meraviglioso .. assolutamente meraviglioso!!
Primo libro che leggo di Mary Lin, quarto della Red Oak Manor Collection, e voglio correre subito a
recuperare gli altri, l’autrice scrive divinamente, affronta temi pesanti che fanno male, con una “semplicità”
nelle parole, che ti catapulta sulla scena, spesso e volentieri mi sono trovata al fianco di Misty o Connor,
speciale!! Davvero speciale e non mi vorrei ripetere ma è così.
Due ragazzi .. se si pensa a dei ragazzi ci si immagina delle persone felici, con la voglia di vivere e di
divertirsi, ma per Connor e Misty non è così .. troppo feriti dal loro passato, un passato così pesante, da non
riuscire ad essere accettato.
Connor e Misty, due personalità completamente diverse, lui è disciplinato, lei non lo è per niente, lui è
ordinato, lei preferisce il caos, lui è ligio alle regole, a lei piace infrangerle.. si pensa che mai nessuno
potesse essere più diverso dall’altro, ma qualcosa, qualche filo sottile li lega, diversi sì ma con la necessità di
esserci l’uno per l’altra.
Misty arriva al maniero dopo l’ennesima fuga da una casa famiglia, lui dovrebbe aiutarla ad integrarsi,
dovrebbe controllare che non le succeda niente, ma è una guerra interiore quella che sta affrontando
Misty.
La sua storia è straziante, purtroppo vera e non ci pensi e non vuoi che sia così e rimani appesa fino alla
fine.
Rabbia è la parola d’ordine, l’unica che la fa sentire “viva”, l’unica emozione che conosce e che accetta.
Sembra una ragazza difficile, ma è solo tanto rotta e quello è il suo modo per difendersi dalla vita.
Connor, anche la sua non è stata per niente una storia facile, ma lui ha accettato quanto il destino ha voluto
per lui, riuscendo ad andare avanti, mentre per Misty è più facile essere arrabbiata, sempre, in ogni attimo.
E’ determinato, rigido, intelligente anzi il più intelligente, aiuta al Maniero, è presente per June e tutto
quello che li circonda, ama catturare piccoli particolari con fotografie che al momento non si capisce bene
cosa ritraggano, ma poi ci leggi dentro ogni sua sfumatura.
Connor è .. speciale!
Lui aiuta lei, lei aiuta lui … lei deve fidarsi, lui deve smettere di essere così Generale (o non del tutto perchè
questo aspetto ci piace).
Una raccolta di emozioni, che ti colpisce in pieno petto, nello stomaco, in ogni parte del cervello. Sono
ufficialmente una “bimba di Connor” e di Mary Lin.
Io personalmente adoro l’epilogo, e questo è .. fantastico, ho pianto, ho pianto tanto!!
Scritto maniacalmente bene, perfetto, fluido, veloce. avrei voluto leggere più pagine e poi ancora di più e di
più, complimenti!
Tantissime stelline per te… una miriade di stelline! 

Alice

Misty è il quarto capitolo della “Red Oak Manor Collection” anch’esso autoconclusivo, ma collegato ai precedenti e ai successivi, attraverso un sottile filo conduttore, che si attorciglia, si avviluppa, si intreccia e si annoda, creando una storia senza tempo, che si perde nella memoria e nelle complessità dei vari protagonisti, tutti unici, ma diversamente straordinari. Sono uomini e donne, ragazzi e ragazze, che sanno prendersi lo spazio che meritano, infilandosi direttamente sotto pelle, tatuando con l’inchiostro la loro storia, non solo nel cuore, ma ancora più in profondità, arrivando a graffiare l’anima di chi si perde nelle loro personalità contrastanti e tra le trame di questi libri, che parlano di loro, tutte uniche, diverse, ma altrettanto struggenti, intense e, per molti versi, incredibilmente toccanti e commoventi. Sono stata esagerata? No, non credo e, se avete letto i tre romanzi che precedono Misty, sicuramente mi darete ragione, perché sapete di cosa sto parlando.  

Ho iniziato come tutte voi, con “Wings” di Valentina Ferraro e sono rimasta affascinata dall’ambiente che fa da sfondo all’intera Collection: le querce, i colori, il racconto meraviglioso e sensibile di quella realtà fatta di poche gioie, tanti dolori, ma anche di legami importanti che nessuno potrà mai spezzare. Sono stata conquistata della bella anima di June, personaggio che si ritrova anche nei romanzi successivi, anche se in Misty, la sua personalità acquista una sfumatura ancora più intensa. Così resiliente e costante nei sentimenti. Così forte, dolce e piena d’amore, che non si stanca mai di attendere il suo Jace. Ho pianto di tenerezza e mi sono arrabbiata con lui e per lei, perché per troppo tempo Jace ha ceduto alla ragione e a chi ha voluto fare da regista alla loro storia. Jace ha cercato di soffocare, in tutti i modi, quel sentimento così vero e potente, ma per fortuna alla fine, il cuore si è ribellato e il sole ha iniziato a splendere anche sul loro amore. Capolavoro di candore ed emozione che travolge ad ondate, impossibili da gestire.

Con “Stuck”, Marilena Barbagallo mi ha stravolta con la storia dura, cruda e sofferta di Dylon. Ho pianto, ho patito con lui, ho vissuto il suo stesso tormento e ho desiderato anch’io come Arya, sentire ancora addosso, sulla schiena, il suo caldo abbraccio. Un abbraccio unico ed indimenticabile che solo Dylan, bambino, ragazzo e poi adulto, dall’anima martoriata, scalfita in maniera crudele ed atroce, riesce ancora a dare. E’ l’abbraccio di un uomo che non sa come si fa ad amare, ma che nonostante tutto, ama. E ama talmente tanto e con ogni fibra di se stesso, al punto da lasciare andare l’oggetto del suo amore. Ma quell’amore c’è, esiste ancora. Anche se è solo brace, è in realtà, la cenere mai spenta di un amore troppo intenso da indimenticabile e, quando finalmente il destino gioca a suo favore, ecco che Dylan vi si aggrappa con tutta la forza e la disperazione che possiede. Romanzo immenso, ricco di tutto, che strappa dentro, ma che sa ricucire all’ultimo, con fili sottili ma tenaci, che brillano come pochi di lacrime di gioia, di sollievo e di felicità. Un capolavoro indimenticabile che sa fare tanto male ma allo stesso tempo, anche tanto bene.

“Issue” di Bianca Ferrari, è un incanto dall’inizio alla fine. Già ho amato Israel nei precedenti volumi, anche se era soltanto un personaggio di contorno. L’ho notato per i suoi capelli troppo chiari, per i suoi silenzi e per le poche parole che solo June riusciva a rubargli, in un’amicizia che scaldava il cuore, fatta di silenzi e di un’intesa profonda. Ce li avevo già tutti dentro, lui, Levi e Virginie e, quando finalmente ho potuto ritrovarli tra le pagine di Issue, tutto è esploso in un turbinio troppo carico di emozioni. E l’ho amato. L’ho amato terribilmente. L’ho amato per i suoi piccoli gesti, gli accenni, che troppo bene e in maniera perfetta riuscivano a sostituire i suoni e i significati delle parole. Ho amato Israel per il suo silenzio assordante, ricco di tutto il rumore, quel dolore che non tace mai, talmente forte da non poter essere espresso con le voce, ma solo in barre e attraverso la musica. Ho amato Israel per il suo modo d'amare totalitario, che non ha una data d’inizio né di scadenza; per come ha lottato per Virginie, perché lei è l’unica degna di tutto, anche e soprattutto del sacrificio della rinuncia, se mai questo fosse stato possibile. Ho amato anche le sue lacrime, il suo essere così fragile senza vergogna, perché il dolore va anche dimostrato così, mostrandolo apertamente e Israel, in questo, è un personaggio davvero controcorrente, che me l’ha fatto apprezzare ancora di più. Romanzo dove ogni lettera e ogni punto è un capolavoro di poesia e dove ogni silenzio, o pausa, sa esprimere tutto.   

Ora sono qui, reduce da questo ennesimo incanto. Sono oramai convinta che le autrici della Red Oak Manor Collection, si siano messe d’accordo per ucciderci, una dopo l’altra, a colpi di emozione. Per tutto il romanzo ho vissuto facendo a pugni con gli occhi, che decidevano da soli se leggere o in alternativa, riempirsi di lacrime, mentre l’anima, dolorosamente, si ampliava per raccogliere ogni sfumatura e immagine che le parole di Mary Lin, così cariche di emozione e pathos, hanno saputo disegnare nella mia mente, come tante scene di un film. Mi sono ritrovata protagonista in prima persona e sono emotivamente provata. Sto scrivendo di getto, dopo aver ultimato la lettura pochi istanti fa e per questo, mi sento ancora devastata dai vocali. Non dico nulla per non spoilerare, ma è stato l’ennesimo tiro mancino rivolto al mio cuore, già abbondantemente messo sotto torchio, per quasi tutte le circa 500 pagine, lette in un soffio, di fila perché non riuscivo a smettere… mai sazia di loro, dei due giovani protagonisti, Misty e Connor.

Misty, il libro, è un concentrato di emozioni. Di cose non dette, mai udite con le orecchie, ma urlate senza voce. Non c’è silenzio, anche se tutto tace, perché ciò che non viene esternato sta già stringendo il cuore in una morsa granitica, che non può sciogliersi. Non c’è la forza, non si sa come fare. Non cè quasi più speranza e neppure consapevolezza, perché il ricordo resta, ma le persone scompaiono, lasciando strascichi abissali che non si riescono a cancellare. E’ la disperazione che sminuzza e ricompone la fragilità, ribaltandola, trasformandola in altro, in durezza e in rabbia. Sono troppo pesanti e grossi quei macigni, talmente grandi che hanno preso possesso di tutto.  

Misty e Connor reagiscono al dolore in maniera diversa. Lui ha trasformato la sofferenza in durezza, caparbietà, controllo e attenzione alle regole. Il suo bisogno di sicurezza, di radici, di stabilità trova conforto e riscatto nel controllo eccessivo, mentre la razionalità prende il sopravvento sull’emozione. Ciò che l’anima di Connor, il suo cuore ha provato è stato messo a tacere, nascosto sotto una coltre di freddezza, calcolo e imperturbabilità. La mente è diventata predominante, più forte di tutto e filtra ogni cosa. Anche una semplice frase viene suddivisa e scandita in parole e il senso d’interpretazione, è solo quello filtrato dalla ragione, dall’intelletto, perché per Connor, non esiste la capacità di leggere le parole, attraverso un diverso linguaggio, quello emozionale.

Misty invece, ancora reduce da un passato drammatico troppo presente, si sta prendendo a pugni. Sono cazzotti fatti di rabbia e di sensi di colpa. Sono gli stessi calci e schiaffi che rifila agli altri e a se stessa, senza alcuna pietà. La rabbia è troppa per poter essere domata. Per lei tutto ancora è troppo lacerante e assordante. Troppo fresco il dolore per poter essere messo a tacere, la sua anima urla e si dibatte dentro di lei e niente ha più importanza. Nulla può essere rielaborato, nessuna fase che accompagna il dolore riesce a stemperare ciò che ha dentro, e quel qualcosa, è una belva che la sbrana, che la dilania crudelmente e con ferocia.

Leggere questo romanzo è un’esperienza indefinibile, è tutto meravigliosamente e terribilmente intenso e vero. Mary Lin prende l’anima del lettore, la stritola, la tira in alto, la sbatte a terra, la prende a pugni con rudezza, per poi accarezzarla nella maniera più dolce. Di volta in volta una sferzata viene lenita da carezze vellutate, impalpabili e leggere come le ali di una farfalla, oppure soffici, tenere e morbide come il piumaggio di un pulcino. E’ un po’ un’angelo e un po’ un demone, perché (mannaggia a lei), non ci risparmia proprio nulla! Tristezza, gioia e tormento, tutto a livelli estremi e innalzati all’ennesima potenza. E’ andata ai margini, e si è spinta ancora oltre, virando verso l’inimmaginabile. E’ riuscita a sondare quanto può essere profonda una ferita e quanto essa riesce a sanguinare, prima di arrivare a dissanguare e far perdere ogni confine tra il dolore e la gioia, il tormento e il sollievo, la memoria e il presente. Quanto è straziante ricordare e quanto invece, è necessario mettere tutto a tacere, coprire ogni cosa, nascondere, fare finta che non sia mai esistito, che non ci importi nulla, per poter smettere di soffrire e continuare a sopravvivere.  

E’ un romanzo che mi ha intrappolata e trasportata in un altro universo. È una storia che graffia e taglia profondamente l'anima, ma è la stessa che allo stesso tempo, sa lenire le ferite più profonde, come un unguento miracoloso. Nel romanzo c’è tutto e il contrario di tutto, perché i due protagonisti sono agli antipodi. Sono all’opposto in tutto: come carattere, temperamento e reazione al dolore. Anche la tempistica è diversa. Nel romanzo Connor, è già riuscito a ricucire, in qualche modo la sua anima ferita, mentre lei, Misty, è ancora nel pieno del tormento. Uno è il balsamo dell’altra e viceversa.

C'è un’attenzione assolutamente minuziosa, nei confronti del particolare e nella mutevolezza delle reazioni, anche le più impercettibili. Sicuramente esiste uno studio approfondito, a livello psicologico, dietro ad ogni personaggio e Mary Lin, è stata assolutamente credibile nel descrivere nel dettaglio, ogni sfumatura e tono caratteriale dei due giovanissimi protagonisti.

Misty appare subito come una gattina arruffata e selvaggia, pronta a sfoderare le unghie, a digrignare i denti e ad arruffare il pelo, gonfiandolo per allontanare chi ha attorno, perché lei non vuole avere a che fare con nessuno. Perché nessuno può essere anche solo paragonabile, confrontabile o peggio, in grado di sostituire, anche solo in minima parte, chi è scomparso.   

Julie si accosta a lei con amore e così, mi sono di nuovo innamorata di questo meraviglioso personaggio, della sua capacità di adattamento, della straordinaria accettazione dell’altro, della sua resilienza, importanti e complesse sfumature del sentimento, forse troppo spesso bistrattate e poco considerate, confuse e paragonate alla sottomissione e all'eccessiva cedevolezza.  

Misty, attraverso la rabbia sfoga tutto il suo dolore e l'incapacità di accettare un evento talmente sconvolgente, nella sua drammaticità, da far accapponare le pelle e far rabbrividire fino in fondo al cuore. Non capiamo subito l'entità della tragedia, ma l'autrice è bravissima a lasciare in giro ogni tanto, qua e là, qualche traccia, per farci trovare un pezzetto alla volta, uno dopo l’atro, senza fretta, gestendo i tempi del racconto in maniera assolutamente perfetta. Sono piccoli accenni, come tanti sassolini disseminati sul sentiero, che segnano un percorso che ci porta ad inseguirlo, conducendoci per mano, lungo il tracciato disegnato dalla trama che, sapientemente e solo alla fine, ci permette di capire ogni cosa...ma non senza avere un'ulteriore rivelazione che spezza completamente, quel poco che era ancora rimasto intero, lasciando il lettore esterrefatto, incredulo e decisamente sollevato. Ovviamente ogni volta, ad ogni impennata della storia, un groppo di lacrime si è sciolto e troppi kleenex inzuppati, sono stati per me, compagni insostituibili, in questo lungo il cammino. Impossibile non essere catapultati in questo universo parallelo, creato a doc da questa autrice, dotata di una sensibilità che definire straordinaria, è quasi riduttivo.

Sicuramente avrà dovuto studiare minuziosamente in ogni angolo, la personalità dei suoi protagonisti, perché è riuscita a farci arrivare tutto. A seconda dei momenti, è stata la zampata feroce, poi il respiro in sospeso, il tremito lieve, il battere impercettibile del cuore e il brivido di gelo… e io mi sono persa in tutti e in tutto. Sono stata inghiottita dalla storia e mi sono accorta, più di una volta, di essere rimasta col sospiro in sospeso, per l’intensità della scena o del momento.

L'amore è anche guarigione. Niente di più vero. Connor e Misty sono nati per risanarsi a vicenda e per completarsi. La verità è che esistono e sono interi soltanto quando sono insieme ed uniti. Il filo conduttore del romanzo è sicuramente il dolore, soprattutto quello che accompagna l'abbandono in tutte le sue forme. Ciò che unisce Misty e Connor è anche la ricerca della speranza. Connor la individua nei piccoli accenni, negli scorci invisibili ai più, nei particolari che solo i suoi occhi allenati sanno cogliere nella quotidianità. Riesce a scandagliare il reale attraverso i suoi scatti rubati. Riesce a cogliere il momento dello schiudersi dei portali che dividono i mondi, quello del percepibile ai sensi, da quello dell’impercepibile, dove ogni cosa esiste, ed è possibile, anche se non è visibile. Come fugaci bagliori, sono timide scintille di meraviglia e di consapevolezza.  

La speranza sempre esiste ed è l’ultima a scomparire. Essa si manifesta solo a chi è pronto ad individuarla e a chi apre il proprio cuore alle infinite possibilità. Essa c’è anche dove nulla lascia intravedere, immaginare o anticipare la sua manifestazione. Il più delle volte, si cela proprio in ciò che sembra non accoglierla affatto. E’ un romanzo di una profondità sconvolgente, per i significati e per i messaggi che in maniera consapevole od inconsapevole racchiude, ma che sanno accarezzare in maniera profonda l’anima, il cuore e la mente di ogni lettore. È un dato di fatto, Misty è un romanzo meraviglioso e merita di essere letto quindi: LEG-GE-TE-LO!

Cristina Pisano 

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