Titolo: Le Api di Waterloo
Autore: Giulia De Martin
Editore: Words Edizioni
Genere: Romance storico/Epoca Regency
Trama
Inghilterra, 1815 Phédre Hale, Marchesa di Northampton, ha solo vent'anni, quando si trova in balia della sorte avversa: Waterloo le ha strappato l’amato marito e la spensierata fanciullezza. La lady Northampton che amava trascorrere le giornate nella lussureggiante serra è ormai solo un ricordo. Phédre, però, sa che non può soccombere agli eventi e che l’unico modo per sopravvivere è assecondare la propria condizione. Intelligente e caparbia, non si tirerà indietro di fronte a niente per riacquistare sicurezza, anche se ciò significa sposare Edward Hale, l’irlandese dagli occhi di ghiaccio, erede del casato e cugino dell’amato marito disperso. Tuttavia, la vita spesso riserva risvolti inaspettati, fino a sgretolare anche la più solida certezza. Le grandi tenute di campagna e i dolci pendii della brughiera fanno da sfondo a una storia d’amore e morte, rinascita e assoluzione, intrisa del profumo delle peonie e cullata dal ronzio delle api.
RECENSIONE
Le api di Waterloo di Giulia De Martin ti avvolgono in un turbinio di emozioni.
Il romanzo è pregno sia di eventi sia di riferimenti come spiegato dalla stessa autrice in fondo al libro, in una nota esplicativa che ho molto apprezzato.
Dimenticate subito l’ambientazione Regency da salotto o romanzo di costume perché oltre all’epoca storica e al genere letterario è stato introdotto un intreccio che lascerà il lettore senza fiato, pagina dopo pagina.
Pur muovendosi e rispettando le coordinate dell’epoca che non sono date solo dal grande fatto drammatico delle guerre napoleoniche, Le api di Waterloo ne presentano, proprio come la singolarità stessa del titolo potrebbe suggerire, risvolti diversi. Per tutto il romanzo infatti, si rincorrono nomi e figure simboliche che arricchiscono la storia di significati e spessore.
Come la protagonista, Phedre dal nome e dal carattere del tutto particolari e originali, è una protagonista fuori dal comune e fuori dagli schemi, che ama coltivare il suo giardino e le sue api, così quest’ultime diventano il filo conduttore di tutto il libro aprendo e chiudendo il cerchio della narrazione.
Phedre sorprende ancora di più perché la sua originalità e la sua veracità si affermano in un mondo rigidamente regolato da una ferrea etichetta e una rigida tradizione maschilista che tende a dare importanza solo all’etica dell’opportunismo.
Credo che la trama del libro non gli renda giustizia appieno perché ci si rende conto della complessità del personaggio solo una volta che ha affrontato la incredibile successione di eventi che il destino ha preparato per lei.
Ho molto apprezzato che anche gli altri personaggi solitamente che fanno da contorno, siano stati tratteggiati in modo peculiare, uscendo dagli schemi e stereotipi, restituendo loro una specifica personalità e importanza. L’amicizia con Noah nonostante le differenze sociali, lady Portia una suocera fuori dal comune, Richard e il suo essere un vero gentiluomo, Edward e la scoperta di un amore travolgente. In mezzo a loro Phedre dovrà prima ritrovare e riconoscere se stessa per poi abbandonarsi alla sua favola d’amore tra le dolci colline della brughiera e le meraviglie fiorite del suo giardino.
Mi è parsa emblematica ed estremamente significativa la chiusa dell'ultimo capitolo:
"Basta una piccola ape per scuotere il mondo ronzando di fiore in fiore."
Credo che questa frase rappresenti la decisiva chiave di lettura del libro e lasciatemi dire che la cover è un semplicemente incantevole.
Romina
Ringraziamo la CE per la copia ARC