Titolo: La luna nell'oceano
Autore: Benedetta Cipriano
Editore: Self publishing
Genere: Contemporary romance
Lunghezza: 258 pagine
Disponibile su Amazon e con Kindle Unlimited
Trama
Il mio nome è Lua e significa luna.
I miei occhi però non sono luminosi quanto quello spicchio perfetto che ogni notte tinge d’oro l’oscurità. Il mio sguardo è ormai spento e la mia mente è come la seconda parte di un romanzo mai concluso.
La mia vita è stata soffiata via, come le foglie con il vento gelido invernale.
Sono distrutta, come un puzzle di cui si sono persi i pezzi. Sono un frammento di un vetro rotto, sono divenuta la malinconia di un tramonto rosso e stanco.
Sono spezzata, eppure combatto, eppure resto in piedi. Eppure ce la faccio.
Ho perso il mio cuore nell’oceano e ho lasciato che i miei ricordi si confondessero tra le sfumature di una conchiglia.
Sono dolore che si mescola alla schiuma delle onde.
Sono il rimpianto che si riempie di salsedine e il ricordo di un’estate volata via troppo in fretta.
Sono pioggia, sono fango, sono un vuoto destinato a non riempirsi mai.
Lui si chiama Maverick e ha gli occhi più blu degli abissi, ma io non posso specchiarmici, perché quegli occhi sono azzurri, sono profondi, sono come il ghiaccio che attanaglia il mio cuore ogni volta che osservo l’oceano.
Lui è la bellezza, la ribellione, la sensualità, la passione, ma è anche ciò da cui devo stare lontana.
Il mio nome è Maverick e sono un ribelle. Ribelle come le onde che cavalco ogni giorno e libero quanto la mia tavola da surf.
Vivo su una spiaggia in prossimità dell’oceano e lascio che sia il vento dolce californiano a portare via con sé tutti i brutti ricordi.
Sono cresciuto senza una meta e ho lasciato che le onde fossero casa mia.
Sulla mia tavola da surf è inciso il mio nome e l’inchiostro da cui è macchiata la mia pelle mi ricorda ciò che ero, lasciando che io scelga di essere ogni giorno ciò che sono.
Lei si chiama Lua ed è bellissima. I suoi occhi sono un campo minato e il suo cuore una bomba pronta a esplodere.
Non mi guarda, ma io la osservo.
Non mi tocca, ma io lo faccio.
Mi sfugge, ma io la prenderò, perché quel cuore celato dietro una barriera di cristallo sente ancora il bisogno di tornare a battere.
Sono Maverick, sono un combattente e lei è la mia piccola luna da conquistare.
E io lo so, sarà mia.
RECENSIONE
Qual è il dolore più grande che si possa provare?
Ognuno ha un proprio metro di giudizio, ma qualsiasi genitore dirà che il dolore più grande è quello della perdita di un figlio. Sconfinato come l'oceano.
Lua lo conosce bene questo dolore è quello che l'accompagna da due anni e dal quale ha provato a scappare in tutti i modi.
I miei occhi sono ancora lì. Fissano il vetro che dà su un cortile alberato, in una giornata fredda in cui il grigio del cielo può arrivare a invadere perfino la tua anima che, spoglia e ferita, non riesce più a incollare i pezzi.
Si è trasferita in Minnesota, lasciando Santa Cruz per scappare. Ma neppure il clima rigido di quello scorcio d'America è riuscito a lenire la sua ferita. Si è allontanata dalla famiglia e dal suo personale mostro: l'oceano che si è preso il suo amore più grande.
Succede questo quando l’oceano era il tuo habitat naturale, il tuo posto nel mondo, ma poi decide di travolgerti, di distruggerti, strappandoti l’unico cuore che avessi.
Davanti a un tale smarrimento, come si può pensare di tornare a vivere?
Non si può. Solo che Lua è costretta a tornare a casa per gestire il ristorante di famiglia e lì, sul patio, di fronte all'oceano assassino, incontra un uomo dagli occhi profondi come l'acqua che ha fatto dell'oceano il suo lavoro: il surfista Maverick Logan Slater.
Un uomo che sfida le onde tutti i giorni. Un uomo che gioca con l’oceano. Un uomo che ha stretto un patto d’amicizia con un diavolo beffardo dal mantello blu, quel mostro che mi ha strappato via Diego.
Che il destino abbia voluto dare una seconda possibilità a un cuore annientato di battere ancora?
Lua è determinata. Non vuole sentire parlare di persone che volano sull'acqua, mentre cerca di sopravvivere al dolore per la perdita di quel meraviglioso bambino che era suo figlio, Diego. Un figlio che amava le onde, la spiaggia e l'oceano e passava i suoi pomeriggi a raccogliere conchiglie.
Solo che Lua non è l'unica che soffre la mancanza e neppure lo sa...
Non sei mai pronto alla morte. La morte ti avvolge con le sue ali scure e ti porta via con sé e tu speri di combatterla con le unghie e con i denti, speri che le palpebre della persona cara a cui stai stringendo la mano improvvisamente battano per riportarla in vita, speri che quella stessa vita non si arrenda e che vinca, come un soldato durante una guerra.
Una storia che racconta di una donna spezzata dalla vita, che non crede di meritare di nuovo la felicità e di un uomo che vuole ridarle il sorriso a tutti i costi.
Una trama che affascina, in cui il ricordo di Diego è presente in ogni singola sillaba.
Da quando ho perso Diego sopravvivo, lo faccio perché il mio tempo non è ancora finito. Lo faccio perché qualcuno ha deciso che io rimanessi qui, su questa terra bastarda che mi separa dal mio angelo dai capelli scuri e gli occhi immensi, dal mio unico grande amore.
La penna di Benedetta ci accompagna in un viaggio di dolore e lenta rinascita, di addii sofferti, in cui ricordo e presente si mescolano, fino a un finale che sinceramente ho apprezzato come mi accade di rado, che mi ha strappato anche qualche lacrima e che vale l'intera storia.
Emma